Stupro al Casilino, svolta vicina
Le accuse rivolte a Gravila da Alexandru Jonut, il connazionale complice dei fatti di San Valentino che lo indica come l'autore dell'aggressione della scorsa estate, e la serialità di alcuni episodi criminosi hanno spinto la Squadra mobile, guidata da Vittorio Rizzi, a rileggere gli accertamenti svolti all'epoca sul cellulare sottratto alla vittima. In particolare, le verifiche hanno portato a identificare il figlio adottivo di Gavrila Oltean le cui conversazioni sono state oggetto di intercettazione. Inizialmente l'attività di ascolto non aveva dato alcun esito, per una serie di motivi, alcuni di tipo tecnico, facendo sospettare gli investigatori che l'aggressore avesse preso il telefono per venderlo e che non avesse trovato ancora un acquirente dal momento che l'apparecchio era vecchio e non in buone condizioni. Dall'analisi del tabulato telefonico, invece, la polizia ha appurato che il cellulare era stato utilizzato già all'indomani dello stupro, per un periodo di tre giorni. Le verifiche hanno stabilito che il possessore del telefono si trovava spesso nella zona della violenza. Non solo, le utenze telefoniche contattate giornalmente da quella interessata erano intestate per lo più a persone di nazionalità romena, spesso con precedenti per reati contro il patrimonio o prostituzione, difficilmente identificabili anche per l'uso di documentazione contraffatta, come i dati inesistenti che una romena aveva fornito a un supermercato per attivare un numero telefonico. Controlli incrociati hanno confermato che si trattava di un contesto di criminalità dell'Est europeo e che i vari soggetti avevano rapporti con famiglie dislocate in diversi campi nomadi e dedite ad attività illecite. Le intercettazioni hanno riguardato anche le conversazioni relative a una scheda, intestata a un pregiudicato romeno, usata per fare le prime telefonate partite dal cellulare rubato. I colloqui sono avvenuti in lingua zingara e dall'esame giornaliero delle celle è risultato che l'utilizzatore della scheda abitava nell'unico campo nomadi compreso nella triangolazione estrapolata: quello di via dei Gordiani. Le difficoltà di reperire un interprete di caldarash non hanno permesso di comprendere le conversazioni intercettate, ma attraverso una serie di telefonate relative alla scolarizzazione del figlio dell'interlocutrice è stato possibile individuare la famiglia che utilizzava la sim intercettata, appunto quella di Gavrila Oltean.