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Solo sei consiglieri su settanta, salta la seduta

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Maormai era troppo tardi: si sa che Milana è uno da bastone e carota. Più bastone. Un presidente che non le manda a dire. Al capogruppo di Rifondazione Comunista, Ivano Peduzzi, che si lamentava e gli chiedeva spiegazioni, Milana ha risposto con un secco: «Guarda l'orologio, ho aspettato 50 minuti. Il presidente ha diritto di non essere preso per il culo dai consiglieri». Più chiaro di così... I consiglieri c'hanno pure provato a recuperare: «Sono arrivato per primo ma nessuno mi ha avvertito che era cominciato il Consiglio» hanno detto in tanti. «Ma forse era soltanto una tattica del centrosinistra per non discutere del piano-casa di Berlusconi» ha malignato qualcuno dell'opposizione. L'«eroe» della giornata è stato l'assessore Scalia, l'unico a trovarsi al posto giusto (il suo) nel momento giusto. Anche perché non ha fatto una piega: «I miei colleghi assenti? Immagino che avessero degli impegni di carattere istituzionale». E nel trambusto generale c'è anche chi non si è accorto di niente. «Scusate stavo al bar ma che è successo?», ha chiosato Gianfranco Bafundi (Pd). Almeno nei film di Fantozzi gli impiegati giocavano a ping pong. Alberto Di Majo

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