«Bilancio comunale, solo tagli»
VivianaSpinella Tagli indiscriminati, aumenti delle tariffe e introduzione di nuovi balzelli per i cittadini. «È un bilancio che non ci soddisfa quello approntato dalla giunta Alemanno per il 2009 – attaccano i consiglieri del Partito democratico – Una programmazione miope perché non guarda allo sviluppo economico e alla coesione sociale della città». La denuncia è a due voci e coinvolge sia i politici comunali che gli amministratori dei Municipi di centro-sinistra. Seduti dalla stessa parte elencano cosa non va nella proposta di bilancio: «Non ci sono i soldi per il Cilo, lo sportello del lavoro – spiega il consigliere Mario Mei – né per il progetto Urban e la formazione professionale. Non c'è un euro per la casa». Ecco invece le nuove tariffe che l'amministrazione si appresta a introdurre: 6,16 euro per i diritti di richiesta, rilascio e rinnovo del contrassegno di circolazione dei portatori di handicap; 330 euro per la celebrazione dei matrimoni con rito civile; 301 euro per gli esercizi che avviano la somministrazione di alimenti e bevande; 151 euro per il trasferimento attività di sede e cambio titolarità; 101 euro per diritto fisso e rimborso spese d'istruttoria per la comunicazione d'inizio attività di esercizio di vicinato (Dia). Nuove tariffe e aumento di quelle già esistenti: come per gli impianti di carburanti che si vedranno raddoppiare da 100 a 200 euro il rilascio della concessione di occupazione di suolo pubblico. O per i centri commerciali medi e grandi: da 800 a 1.200 euro per il rilascio dell'autorizzazione all'apertura. E le infrastrutture? «Sono stati cancellati il Ponte dei Congressi e la linea D – accusa Gianni Paris, presidente del XV Municipio – Clamoroso per un'amministrazione che ha ricevuto 500 milioni di euro dal governo». Mortificate le aspettative dei minisindaci, sul fronte della cultura, dell'ambiente e della manutenzione del territorio. «Non dare quei soldi ai Municipi guidati dal centro-inistra – attacca Sandro Medici, presidente del X – è un modo per mortificare una rappresentanza politica che ha ricevuto un mandato dai suoi elettori per portare a termine quelle opere. Lo scontro con l'amministrazione centrale sta diventando una questione di democrazia».