Via Newton, 1700 metri a 170 all'ora
Quattro bambini fra i due e i quattro anni sono rimasti senza un padre e due giovani donne dovranno crescerli senza più avere accanto l'uomo con cui li hanno messi al mondo. Mentre un uomo nel fiore della vita, 35 anni, è in coma al San Camillo. Numeri tragici quelli dell'ultimo incidente mortale causato da un automobilista di 33 anni positivo ad alcol e narcotest, anche lui rimasto ferito in modo grave. La sera di lunedì, verso le otto e 30, guidava come un matto su via Newton, nel tratto di 1.700 metri a scorrimento veloce tra via Portuense e l'autostrada Roma-Fiumicino, dove si corre fino a 170 chilometri all'ora: va forte chi arriva dall'Eur in direzione centro; e corre anche chi arriva da viale dei Colli Portuensi e dopo aver sofferto gli ingorghi a passo di lumaca causati anche dalle auto in doppia fila, superato il semaforo vicino al supermercato Pim, si dà alla pazza gioia, affondando sull'acceleratore per recuperare il tempo perduto. Sono morti così, i due padri di famiglia, a causa di un delinquente, che ora deve rispondere di omicidio colposo aggravato (l'indagine è del pm Andrea Mosca): Francesco Antonucci, 36 anni, titolare di una società immobiliare, e l'amico romeno con cui stava andando a giocare una partita di calcetto. Un altro romeno, fermatosi a prestare invano soccorso, ha raccontato di averli visti «annegare nel sangue», a testa in giù, intrappolati tra le lamiere della Panda gialla. O almeno così deve essergli sembrato: che stessero «soffocando nel loro stesso sangue» continuava a dire l'immigrato che avrebbe voluto darsi da fare per i due occupanti dell'utilitaria scaraventata contro il marciapiede nell'urto con una Smart, a sua volta centrata dalla Citroen Xantia del pirata della strada, che dopo un salto di carreggiata è piombato come un missile sull'altro lato di via Newton, in direzione Colli Portuensi. Il soccorritore avrebbe voluto tirarli fuori. Ma i due amici erano già morti, col cranio sfondato nell'urto, nella Panda rimasta senza parabrezza dopo l'impatto con l'altra auto. È stato un medico a fermare il romeno, che con l'estintore in mano aveva spento le fiamme sprigionatesi dal vano motore della Citroen, evitando così il rogo, da vero eroe. Insieme al gruppetto di automobilisti ammutoliti dall'orrore e a qualche giornalista, l'altra notte a via Newton, poco prima dello svincolo per via Portuense, c'era anche il conducente della Smart, 30 anni, quasi illeso. Alla domanda cosa fosse successo ha risposto: «non ricordo nulla», consapevole di averla scampata miracolosamente. «È l'ennesima tragedia annunciata» sintetizza Mario Di Matteo, dipendente alla Esso di viale dei Colli Portuense. «Via Newton è come una rampa che invita a correre senza l'autovelox nei pressi del vecchio cimitero» gli fa eco il collega Manuel Angelosante. Chiede invece «bande sonore» Roberto Trama, titolare di un'azienda, che abita a via Alberese, vicinissimo al luogo dell'incidente. «La notte li sento correre, soprattutto le moto, sembra che vadano a 200 all'ora». Auspica l'installazione di dossi sonori anche Mario Mancinelli, 41 anni, promotore finanziario: «perché la gente tiene più all'auto che alla vita». Ma per Massimo Rosato, che abita in via Agnelli «queste barriere sono pericolosi per chi va in scooter». «Sono lanciatissimi soprattutto nel tratto dove c'è un dosso che pare una collinetta che ad alta velocità ti fa volare» spiega Matteo Petrella, 27 anni, laureando in economia. Anche i pedoni hanno paura. «Soprattutto quando si attraversa davanti alla Standa - dice Luciana Laus, casalinga - quando si ferma un'auto quella che gli passa accanto ti travolge». «È successo così appena una settimana fa - ricorda Annalisa - un camioncino si è fermato per far passare due amiche e una moto le ha travolte, una è in coma». Via Newton come via Anastasio II, fanno il paragone Ernesto e Carmen Palumbo: «si corre tanto anche dal semaforo di via Cipro a piazza Pio XI». Mentre Mauro De Simoni auspica posti di blocco: «dossi e autovelox servono a poco con automobilisti ubriachi e drogati, bisogna fermali e fargli i test».