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Più telecamere, sicurezza hi-tech

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Cinque anni e Roma raddoppierà il numero di telecamere per migliorare la sicurezza del territorio. Potrebbero esserne installate circa seimila nei punti cosiddetti sensibili, piazze o strade dove c'è una presenza continuativa di persone, sedi della pubblica amministrazione, luoghi dove si svolgono grandi eventi sportivi. Nello stesso lasso di tempo sarà messo in atto un grande progetto di banda larga per la Capitale, che prevede 3.200 km di canalizzazione e fibre ottiche da collegare a circa un milione e mezzo di appartamenti. Questa è solo una parte del più ampio progetto «Roma digitale», promosso dall'Unione degli Industriali e delle Imprese di Roma e illustrato ieri dal presidente Aurelio Regina, dal Ministro dell'Interno Roberto Maroni e dal Prefetto Giuseppe Pecoraro, che ha l'obiettivo di fare della Capitale la prima città italiana ad essere interamente «cablata». Zero spese per le istituzioni, tutte a carico dei privati (aziende interessate alla realizzazione), per un investimento di 600 milioni di euro, 300 dei quali saranno spesi a partire da giugno e entro tre anni, per realizzare le infrastrutture di telecomunicazione di larga e larghissima banda. «Noi mettiamo a disposizione questo progetto – ha spiegato Regina – starà poi agli organi competenti decidere come applicarlo, a cominciare dall'installazione delle telecamere». La difficoltà sarà quella di mettere tutto a sistema nell'idea, ha precisato il ministro Maroni, «di avere una interconnessione delle sale operative», dove arriveranno tutte le informazioni e da dove dovranno partire gli interventi. Ci sarà poi il problema di limitare i disagi per la città causati dagli interventi per la banda larga. Per questo Regina ha chiesto al Comune una delibera per realizzare scavi più ecologici.

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