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Sigilli al Rialto ed è subito polemica

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Chiusa una parte dell'edificio occupato. Il Pd: presenteremo un'interrogazione

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Ilcentro culturale Rialto S. Ambrogio è stato sgomberato l'altra notte dagli agenti, che hanno posto poi i sigilli all'entrata del locale. Secondo gli operatori del centro, alle 23 circa di venerdì «in oltre 100 tra polizia, scientifica con tre telecamere, carabinieri, Asl e vigili urbani hanno portato a termine l'operazione. Erano in tenuta antisommossa, e ci hanno anche minacciato - ha detto Luigi Tamborrino, uno dei responsabili del Rialto - La questura ci ha detto chiaramente che dovevano sottostare ad un'ordinanza del Comune di Roma, ora invece si scaricano le responsabilità perché la segreteria del Comune sostiene di non saperne nulla. Se il Rialto viene a mancare, - ha concluso Tamborrino durante un incontro organizzato al cinema Farnese - è un danno per questa città. I sigilli sono stati messi in un'area del locale al secondo piano, su circa il 60% del Rialto e la giustificazione era per somministrazione e attività danzanti». Il Campidoglio, tuttavia, ha ribadito la sua estraneità al blitz: «È stata un'iniziativa della questura, hanno utilizzato una vecchia ordinanza del Comune senza neanche avvertirci. Io l'ho saputo stamattina», ha spiegato ieri l'assessore capitolino alla Cultura Umberto Croppi. «Per il Rialto - ha proseguito l'assessore - è in corso di perfezionamento una pratica che porterà al trasferimento nell'ex comando dei vigili urbani a Porta Portese in locali del Comune». La Questura, da parte sua, in una nota ha fatto sapere che «al momento del controllo all'esterno del locale erano presenti circa 200 persone, e all'interno ne sono state controllate 40. A seguito del controllo i locali destinati agli spettacoli danzanti sono stati sottoposti a sequestro preventivo ai sensi 321/3 bis c.p.p. e a contestuale sequestro probatorio ex art. 354 c.p.p.. I locali destinati alla somministrazione di alimenti e bevande sono stati sottoposti a sequestro amministrativo dalla Municipale». Da San Vitale, poi, sottolineano, che «il controllo, avvenuto nell'ambito della serie d'interventi su piazza Campo de' Fiori, piazza Navona e dintorni, è stato necessario conseguentemente ad episodi di violenza nei confronti di avventori avvenuti negli ultimi due anni, nonché di continui esposti di residenti riguardo alle eccessive emissioni sonore, continui schiamazzi notturni e svariati reati contro persone e cose». Precisazioni che non hanno frenato le polemiche. «Sarebbe meglio che le forze dell'ordine venissero usate per scoprire chi lavora in nero e chi sfrutta i lavoratori in nero e non per reprimere realtà sociali, culturali e ricreative di alto profilo e costante impegno come il Rialto», ha commentato il segretario del Prc Paolo Ferrero. «Nei prossimi giorni presenteremo un'interrogazione in Parlamento», ha aggiunto il senatore del Pd Vincenzo Vita. «Ci adopereremo affinchè al più presto vengano tolti i sigilli», ha annunciato l'assessore al Bilancio della Regione Lazio Luigi Nieri. «La sinistra, anche quella istituzionale, difende i centri sociali anche quando questi non hanno altro interesse che quello speculativo commerciale», ha ribattuto invece Federico Mollicone, del Pdl, presidente della commissione Cultura del Comune. «Lo sgombero di uno spazio come il Rialto è sacrosanto», gli ha fatto eco Giancarlo Miele, segretario dei Giovani per la Libertà-Forza Italia. «Il più vivo ringraziamento e plauso alle forze di polizia», infine, è sttao espresso dal presidente della commissione sicurezza del Comune di Roma Fabrizio Santori. «Le gravissime violazioni - sottolinea ancora Santori - sia di carattere amministrativo, che di carattere penale, ci consentono di definire tale operazione non solo giusta ma anche tempestiva. Per questo non comprendiamo come gli esponenti di centro sinistra continuino a tutelare frange di illegalità presenti da anni in questa città. La tutela a tutti i costi di organizzazioni politiche che si nascondono dietro il vessillo della cultura e del sociale, non possono essere più tollerate, per questo auspichiamo che ci siano altri interventi in luoghi attualmente occupati abusivamente da altre organizzazioni affini».

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