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Morassut: «Dubbia sentenza»

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«Dopouna valutazione più approfondita del testo della sentenza del Tar e dei documenti di approvazione del Piano Regolatore Generale di Roma e dopo un consulto giuridico posso affermare con più nettezza che le motivazioni del Tar mi paiono assai discutibili». Lo dichiara Roberto Morassut segretario del Pd Lazio ed ex assessore all'Urbanistica, in merito alla bocciatura del Tar del Piano regolatore generale. «Sono sempre rispettoso dell'autonomia degli organi giudicanti e del loro lavoro - prosegue Morassut - ma sento di esprimere un dissenso. Il rilievo procedurale posto dal Tar è fuori misura poiché il Consiglio Comunale aveva approvato le modifiche approntate dalla Conferenza di Copianificazione, come è scritto nel dispositivo della delibera del febbraio 2008. Il Consiglio Comunale era quindi a conoscenza dei cambiamenti meramente formali e li ha approvati aggiungendone peraltro di nuovi com'è documentabile dagli atti del Consiglio. È necessario porsi degli interrogativi se una sentenza giuridica per quanto seria e motivata è in grado, con elementi formali e non sostanziali, di mettere in discussione un atto sovrano e più volte approvato dal Consiglio Comunale della Capitale. Tuttavia lo stop imposto dal Tar può essere superato, con beneficio di tutti, con un atto concordato da Regione e Comune, che può essere approvato prestissimo. Spero - conclude Morassut - prevalga senso di responsabilità istituzionale che rassereni l'economia cittadina e garantisca l'operatività ordinaria per realizzare opere pubbliche, servizi, recupero urbanistico». Sulla vicenda è intervenuto anche l'assesosre regionale alla Casa, Mario Di Carlo. «Spesso queste sentenze bloccano quanto di positivo si può fare, rallentano, fermano e mettono in discussione. In questo periodo di crisi economica avremmo bisogno di uno strumento come il Piano regolatore comunale che sia vigente, di strumenti urbanistici certi». Sulla linea di un accordo immediato tra le istituzioni, il segretario regionale Udc, Luciano Ciocchetti: «Il ricorso al Consiglio di Stato è un provvedimento doveroso ma non credo sia sufficiente, rischia di farci perdere un altro mese di tempo: serve un accordo veloce tra Regione, Provincia e Comune per far approvare nuovamente il Prg in consiglio comunale». Per il capogruppo e leader de La Destra, Francesco Storace: «Ricorrere al Consiglio di Stato per difendere il Prg di Veltroni è davvero azzardato. Il sindaco farebbe bene a venire in Consiglio comunale prima di prendere una decisione così pesante e contraddittoria. Roma ha girato pagina, ma il libro non può essere lo stesso».

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