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Ecco le nuove aliquote Ici: esenzione per immobili con sfratto

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È stata approvata nella tarda serata di ieri con 30 voti favorevoli, uno contrario e nessun astenuto, la delibera per la determinazione delle aliquote dell'Imposta Comunale sugli Immobili per l'anno 2009. Tra le novità più importanti, come già anticipato da questo giornale, l'esenzione dall'imposta per i piccoli proprietari di immobili soggetti alla proroga degli sfratti. Nel particolare, «si è ritenuto opportuno introdurre l'esenzione per la durata della sospensione delle procedure esecutive di sfratto - spiega il presidente della commissione Bilancio, Federico Guidi - un atto che mostra la sensibilità di questa maggioranza nei confronti della piccola proprietà, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo». Al di là dell'esenzione dell'Ici per la prima casa, il Consiglio comunale ha confermato anche le agevolazioni rispetto all'aliquota ordinaria del 7 per mille. Si è dunque stabilita l'aliquota del 4,6 per mille per le abitazioni principali per le quali non risulta applicabile l'esenzione totale; per negozi e botteghe (categoria C/1), laboratori per arti e mestieri (categoria C/3) e autorimesse pubbliche (categoria C/6); ai terreni e altri immobili utilizzati per attività agricola; case in affitto a studenti universitari e affittate a canone concordato. Aliquote invece al 9 per mille per le case destinate ad uso abitazione sfitte da almeno due anni, che scende però al 7 per mille se l'abitazione è data ad uso gratuito a parenti che vi risiedono anagraficamente. Il dibattito in aula è stato durissimo. «Abbiamo un parere contrario a questa delibera - ha attaccato il capogruppo Pd, Umberto Marroni - e non abbiamo partecipato al voto. La maggioranza ha bocciato tutti gli ordini del giorno da noi presentati, persino quelli che chiedevano un tavolo congiunto con la Regione per affrontare l'emergenza abitativa. Ovviamente la sessione di bilancio che sta per aprirsi non inizierà nel migliore dei modi». Secca la replica di Guidi: «Non si può pretendere dalla maggioranza di accogliere a scatola chiusa emendamenti che sono poco ragionevoli anche nel merito».

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