Travolge due ragazzi e scappa. Arrestato: era ubriaco
Michele e Roberto avevano passato il sabato sera a divertirsi nel quartiere dei giovani e degli studenti. Poi, alle tre del mattino, hanno deciso di tornare a casa. Hanno attraversato via Tiburtina sulle strisce e, quando erano ormai a metà della carreggiata, sono stati travolti da un'auto guidata da un altro ragazzo. Ubriaco. Michele e Roberto sono finiti all'ospedale con contusioni in tutto il corpo e qualche osso fratturato. Il pirata si è dato alla fuga ma è stato bloccato poco dopo dai carabinieri e arrestato. L'ennesimo incidente causato dall'alcol e dall'incivile comportamento di un automobilista ha avuto come teatro San Lorenzo, il sabato sera consueto ritrovo di giovani, molti dei quali iscritti nel vicino ateneo della Sapienza. Manca una manciata di minuti alle tre. Michele e Roberto, coetanei di 22 anni, stanno tornando a casa. Attraversano sulle «zebre» all'altezza di via dei Reti. Le macchine si fermano per lasciarli passare. Tutte, eccetto una. La Fiat Punto condotta da un venticinquenne prima tampona l'ultima vettura in coda, poi si sposta a sinistra e supera tutta la colonna a velocità sostenuta. E proprio in quel momento Michele e Roberto si trovano davanti al muso dell'utilitaria. I due ragazzi vengono travolti dalla Fiat, sbattono contro il parabrezza e «volano» a una ventina di metri dal punto dell'impatto per ricadere pesantemente sull'asfalto. Il conducente della vettura investitrice non esita un istante. Invece di fermarsi e prestare aiuto alle sue due vittime, preme sulla tavoletta dell'acceleratore e si dà alla fuga. A inseguirlo sono altri due giovani che, però, quasi subito incontrano una pattuglia di carabinieri della Compagnia Piazza Dante, in zona per i soliti controlli del sabato sera. I militari si lanciano all'inseguimento e fermano il «pirata» un paio di chilometri più avanti. Ha bevuto. E anche molto. Non chiede scusa, non si mostra pentito. Mormora qualcosa e non consegna ai carabinieri la patente. Non può, perché la licenza di guida gli è stata ritirata nel dicembre del 2008. Il motivo? Guidava sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Il venticinquenne romano dichiara di lavorare come cameriere, spiega che l'auto è del padre e si sottopone all'etilometro. L'analisi rivela che ha 2,87 grammi di alcol per ogni litro di sangue, quasi sei volte il limite consentito. Si rifiuta, tuttavia, di fare il test sull'assunzione di droga e viene denunciato. Per lui scattano le manette. Omissione di soccorso, guida in stato di ubriachezza, lesioni colpose i reati contestati. Verrà processato questa mattina con rito direttissimo. Michele e Roberto vengono trasportati al Policlinico Umberto I. Ne avranno per 40 giorni. Per colpa di un sorpasso azzardato di un ragazzo che non doveva essere lì, a quell'ora, al volante dell'auto che li ha massacrati. Mau. Gal.