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«Fuoco amico» contro l'assessore

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«Permalosainesperienza» oppure un messaggio, neanche troppo sottile lanciato platealmente alla giunta Alemanno. Certamente, interrogazioni «di massa» contro un assessore da parte di consiglieri della stessa maggioranza è un fatto che in aula Giulio Cesare non era mai avvenuto. In origine fu la richiesta di un incontro avanzato dal consigliere comunale Pdl, Giuseppe La Fortuna all'assessore capitolino alla Scuola, Laura Marsilio. Incontro non concesso dall'assessore perché impegnata in una riunione. Così, il consigliere capitolino ha dato il via a una «maratona» di interrogazioni (ne sarebbero state preparate cento) sull'operato dell'assessore. Una di queste è stata firmata da due dei cinque vice capigruppo Pdl, Giordano Tredicine e Luca Gramazio e dai consiglieri Pdl, Roberto Cantiani e Massimiliano Parsi e i capigruppo de La Destra, Francesco Storace e della Lista civica Alemanno, Antonino Torre. Peccato non sia dato sapere né il numero preciso delle interrogazioni (Storace parla di 140, La Fortuna a tarda sera ne «confessa» tre o quattro) né l'oggetto di quell'incontro mancato. A questo punto la bagarre scoppiata in aula ha prevalso sull'importante delibera sulle aliquote Ici, all'ordine dei lavori nella seduta di ieri, interrotta poi per mancanza del numero legale. C'è chi parla di «ripicca» o di «sfiducia» nei confronti dell'assessore, come il capogruppo e il consigliere capitolino del Pd, Umberto Marroni e Gianfranco Zambelli. Poco dopo arrivano invece i chiarimenti della Marsilio che parla di «incidentale incomprensione» e del vicecapogruppo Pdl, Antonio Gazzellone che annuncia: «Con la Marsilio è tutto chiarito». In serata poi una nota dello stesso La Fortuna che sdrammatizza: «Non esiste alcun litigio, c'è stata solo un'incomprensione che è stata ormai chiarita». Un'incomprensione trasformata però in un atto politico gravissimo. Lo ha ben compreso il vice presidente della Federazione romana, Vincenzo Piso che ha ribadito a mezzo stampa «piena fiducia all'assessore Marsilio». A seguire solidarietà e fiducia all'assessore alla Scuola arrivano dal capogruppo Dario Rossin e da tutti i consiglieri Pdl, frenando così il fisiologico «assalto» dell'opposizione Pd. La firma non solo del consigliere La Fortuna ma di altri consiglieri Pdl, tra cui due vicecapigruppo, ha però trasformato quell'atto di «ripicca» in un messaggio politico di straordinaria importanza. Da una parte un consiglio comunale mortificato da una giunta che raramente si rivolge all'aula per determinare provvedimenti importanti per la cittadinanza, dall'altra l'inesperienza di una classe politica che forse è ancora lontana dal comprendere l'importanza di sedere in aula Giulio Cesare. La responsabilità di indirizzare il governo della Capitale si può e si deve esercitare con proposte e soluzioni. Far mancare il numero legale, minacciare pioggia di interrogazioni contro un «proprio» per mandare messaggi più o meno politici, rischia però di essere un boomerang. Se da una parte la giunta ha il dovere di dialogare con il Consiglio comunale, dall'altra i neo consiglieri dovrebbero dimostrare una maggiore responsabilità politica e sociale. Sus. Nov.

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