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Ater Roma, gli sprechi su commissioni e riviste

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Nonsolo auto di servizio con autisti al seguito. Le aziende territoriali per l'edilizia residenziale pubblica, quelle per intenderci che si occupano delle case popolari, sembrano essere sempre più contenitori per dirigenti esterni. Ovviamente con legami politici più o meno espliciti. Nomine, promozioni, finanziamenti per attività più o meno indispensabili affollano stanze e archivi delle Ater. Dopo il caso dell'azienda della Provincia di Roma che, come denunciato da questo giornale, aveva addirittura promosso un dipendente a responsabile di un'agenzia di Guidonia ancora inesistente, anche a Roma si procede con nomine interne ed esterne a dir poco curiose. È il caso della «commissione di Alta vigilanza» interna all'ente, della quale è già difficile conoscerne l'esistenza. La commissione, prevista con delibera del maggio 2006, si avvale della collaborazione esterna dell'architetto Maria Letizia Montefusco. La determinazione dirigenziale del 2 febbraio 2009 conferma la collaborazione annuale dell'architetto per un compenso pari a 60.107,88 euro. Sessantamila euro, vale a dire circa 120 milioni delle vecchie lire per delle funzioni e un'essenzialità di prestazione non ben definite, almeno pubblicamente. Non solo. La collaborazione dell'architetto è incominciata nel 2007, dopo che, nell'anno precedente, avrebbe partecipato a una selezione per dirigenti presso la stessa Ater di Roma, risultando settima nella graduatoria finale e dunque non idonea. Nulla da eccepire sulle ottime qualità professionali dell'architetto, occorrerebbe però che i report della commissione (che sembrerebbe siano semestrali - 30 mila euro a relazione) venissero almeno pubblicati sul sito internet. Questo per due motivi: la trasparenza dell'agire e soprattutto dello spendere di un'azienda pubblica e anche perché nel 2006 vennero stanziati dalla Regione ben 300 mila euro proprio per il «potenziamento del servizio informativo e di comunicazione con l'utenza». Forse, invece di spendere soldi per «Il Corriere dell'Ater», rivista periodica per la quale sono stati stanziati ben ventimila euro a numero (sul sito www.Aterroma.it sono visibili soltanto le prime pagine di due numeri della rivista), si sarebbero potuti spendere quei soldi, oltre per la manutenzione delle case popolari, anche per rendere pubblica e trasparente l'attività svolta con i soldi dei contribuenti.

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