«Quella di Castel Gandolfo era una villa del sesso abusiva»
MichelaGaluppo «Quella di Castel Gandolfo era una villa abusiva, inoltre le gang bang servivano per mascherare serate di prostituzione». Secca la dichiarazione di Augusto Pistilli, presidente della Federsex, un'associazione attiva dal 1993 e che in Italia gestisce ben 135 strutture, prevalentemente club privée per scambisti, dove il sesso è l'ingrediente basilare del divertimento. «Non vorrei si corresse il rischio di generalizzare e accostare i club privée autorizzati e censiti a luoghi come quella villa - ha continuato Pistilli - Nelle nostre strutture la prevenzione è una regola fissa, non un optional. Il profilattico viene dato gratuitamente ai nostri soci che lo indossano obbligatoriamente. Inoltre chi viene da noi è portato a un gioco di coppia, c'è un gioco di sguardi, ci sono degli equilibri». L'intervento di Pistilli, che ha ribadito come i locali che nascono sotto l'egida della Federsex «nascono da una struttura associativa giuridicamente riconosciuta dove esistono delle regole», vuole quindi evitare false credenze che potrebbero essersi diffuse dopo la diramazione da parte dei carabinieri e della Procura di Velletri del rischio Hiv per i frequentatori della villa delle gang bang a Castel Gandolfo. I frequantatori di quella villa non hanno nulla a che fare con quelli che popolano i locali autorizzati. Intanto cresce la tensione e sono centinaia gli uomini che quotidianamente assaltano i centralini della caserma dei carabinieri di Nemi, decine in tutti i Castelli Romani quelli che fermano per strada i militari e, visibilmente spaventati, chiedono loro cosa devono fare. Sottoporsi al test ora e a distanza di qualche mese, è l'unico modo per sapere se si è rimasti contratti dal virus dell'Hiv. E la questione purtroppo potrebbe non rimanere circoscritta solo alla villa di Castel Gandolfo. Pare infatti che Ivano e Gessica, i due agenti di custodia organizzatori delle gang bang, non usassero solo la villa del trans Luana per i loro eventi. Alcune serate sarebbero state infatti organizzate anche fuori regione, e addirittura su una barca, con le stesse modalità, quindi senza quelle regole imprescindibili di cui ha parlato il presidente di Federsex, Augusto Pistilli. Massimo riserbo da parte degli inquirenti che non hanno chiuso l'indagine e che stanno ancora vagliando i migliaia di filmati sequestrati quel 15 ottobre del 2008 quando, prima hanno fatto irruzione nella villa della trasgressione e poi eseguito diverse perquisizioni nelle abitazioni degli organizzatori e in altre strutture.