Simula omicidio per gelosia
Indiretta, via telefono, per gelosia fa sentire al rivale in amore di uccidere la donna con alcuni colpi di pistola, perché così non potrà più essere contesa, portando via con sé il figlio minorenne. Ma è tutto falso. In realtà si tratterebbe di una fuga: dal presunto scocciatore e dalle forze dell'ordine che cercano il compagno della donna perché su di lui pendono due provvedimenti penali per rapina. La storia sembra incredibile. E in parte sembra che lo sia ancora. I carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci, intervenuti insieme coi colleghi della Compagnia di Piazza Dante, non sono del tutto convinti che il colpo di pistola sia stato esploso per simulare un omicidio. E stanno valutando se le intenzioni iniziali non fossero diverse. Per ora la vicenda resta questa. Lei, 34 anni, pregiudicata, salernitana, ha una storia d'amore con lui, di 40, originario di Aprilia, rapinatore incallito con un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dalla Corte d'Appello di Roma nel 2007 e un'ordinanza di espiazione pena residua (un anno, un mese e 23 giorni) del Tribunale di Alessandria, datata sempre 2007. Lo spasimante, 60 anni, napoletano, è anche lui un pregiudicato. Entra in ballo poco tempo fa, quando la coppia attraversa un momento di crisi e lei decide di tornare col figlio nel Napoletano dove incontra il sessantenne. Nasce una simpatia. Ma non dura. La donna torna a Roma dal suo compagno. Vivono in un appartamento di amici a viale delle Province. Il sessantenne però non smette di sperare. Anzi, fa di più. Chiama la salernitana, le chiede se può incontrarla di nuovo. Insiste. Il compagno di lei comincia a innervosirsi. Non vuole che il rivale napoletano si metta di mezzo. Le cose precipitano due giorni fa. Il sessantenne dice alla donna che vuole assolutamente vederla e che non gli importa del suo compagno. Alle 4 di notte arriva a Roma. La chiama al cellulare. E qui succede il fattaccio. Il compagno prende in mano il cellulare. È esasperato. Parla al sessantenne: «Ora basta con questa storia, l'ammazzo così non la vedrai più». E in diretta spara, più volte. L'uomo è sconvolto, è convinto che la donna sia morta e il suo compagno assassino sia fuggito col figlio minorenne. Racconta tutto ai carabinieri. Partono le indagini. I militari del Nucleo investigativo individuano la casa a viale delle Province. L'altro ieri vanno al domicilio, ma in casa i due non ci sono. I carabinieri aspettano e non sbagliano. Poco dopo i due arrivano e li bloccano. La donna ha con sé l'arma del simulato omicidio, una Beratta calibro 9 con matricola abrasa. Tutti e due sono stati arrestati per porto abusivo di arma da fuoco clandestina, ricettazione, uso di documenti falsi e simulazione di reato.