Cangemi vicepresidente della Pisana. E Palozzi minaccia denunce
La sospensione del vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Adriano Palozzi, finito agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta Parnasi, rischia di finire in tribunale. Non tanto per la sostituzione temporanea del consigliere di FI con la prima dei non eletti Roberta Angelilli, quanto per l'elezione, in seguito alla sospensione, di Pino Cangemi a vicepresidente della Pisana al posto del sospeso Palozzi. Ma andiamo con ordine. Lo scorso 6 agosto il legale difensore di Palozzi, l'avvocato Francesco Scacchi, invia una lettera a tutti i consiglier regionali invitandoli a non procedere all'elezione del vicepresidente. Il decreto del presidente del Consiglio dello scorso 24 luglio, infatti, sospende Palozzi dalla carica di consigliere regionale e di vicepresidente del Consiglio regionale. Tale sospensione cesserebbe qualora dovesse venire meno la misura coercitiva alla quale il consigliere di FI è sottoposto. Secondo l'avvocato Scacchi, la legge Severino afferma chiaramente che in casi simili l'eletto è sospeso senza ulteriori conseguenze e «il decreto presidenziale è chiaro nell'accomunare entrambe le cariche alla temporaneità della sospensione». Di qui la diffida avanzata dal legale di Palozzi: in caso di elezione del nuovo vicepresidente senza precisazione della temporaneità della carica, «si realizzerà un illecito» contro il quale Palozzi «agirà in tutte le sedi competenti, in via risarcitoria e/o penale». Né per il legale di Palozzi sussitono i requisiti per applicare l'articolo 20 dello Statuto della Regione, che prevede il venir meno dlla carica di vicepresidente per dimissioni o grave impedimento dell'eletto. «Caratteristica certa» dell'impedimento «è certamente l'irreversibilità della causa che impone la sostituzione», cioè un'impossibilità fisica o psichica. La custodia cautelare, per l'avvocato Scacchi non rappresenta un impedimento irreversibile. La lettera provoca la dura reazione del MoVimento 5 Stelle. «Palozzi ci minaccia - tuona in Aula Roberta Lombardi - Dall'alto dei suoi arresti domiciliari minaccia di denunciarci e chiederci i danni. Palozzi non ha molto riguardo per il rispetto delle norme e della legalità». Per la Lombardi con la sua «lettera intimidatoria Palozzi cerca di influenzare il voto, tra l'altro segreto, di ogni consigliere regionale. Un grave attacco alla democrazia e alle istituzioni». La Lombardi straccia platealmente in Aula la lettera dell'avvocato Scacchi. Ma dalla parte di Palozzi si schiera Laura Cartaginese, consigliera di FI ed eletta in abbinata al vicepresidente sospeso. Anche la Cartaginese scrive al presidente dell'Aula Leodori e a tutti i consiglieri per «rappresentare la grave responsabilità giuridica, prima ancora che politica», che deriverebbe dall'elezione del nuovo vicepresidente. Anche la consigliera di FI insiste sull'«insussistenza dei presupposti» per procedere all'elezione, «neppure sotto il profilo del grave impedimento». A cercare di fare chiarezza interviene, nella tarda serata di ieri, un parere giuridico del Servizio Giuridico Istituzionale del Consiglio regionale richiesto dal presidente Leodori su sollecitazione di Stefano Parisi. Il parere ricorda come la sostituzione di Palozzi con la Angelilli «avrà termine con la cessazione della sospensione», cioè con «il venir meno della misura coercitiva» degli arresti domiciliari e col conseguente reintegro del consigliere sospeso. Il parere ricorda poi come uno dei vicepresidenti spetti alla minoranza (di qui le polemiche sull'elezione di Cangemi) e che i membri dell'UdP restano in carica per tutta la legislatura. Il fa notare la differenza tra «grave impedimento» citato dall'articolo 20 dello Statuto e «impedimento permanente» e che il «grave impedimento» può ricorrere anche in caso di impedimento temporaneo purché la gravità sia tale da avere ricadute sulla funzionalità e sul buon andamento dell'amministrazione. Alla fine il parere rimette all'Aula la decisione sull'opportunità di procedere alla sostituzione di Palozzi alla vicepresidenza della Pisana. E il Consiglio regionale decide di andare avanti con la votazione, col parere favorevole di centrosinistra e M5S e con i capigruppo di centrodestra che invece chiedono di rinviare la votazione a settembre sia per problemi politici sia procedurali (la ricezione del parere a poche ore dalla seduta del Consiglio). Finisce con l'elezione di Pino Cangemi. Ma gli strascichi polemici e legali non sembrano essere finiti.