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Una nuova Asl dedicata ai detenuti

Daniele Di Mario
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Una Asl dedicata agli istituti penitenziari del Lazio. E' la proposta lanciata dal consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Cangemi nel corso della tavola rotonda "Sanità oltre il cancello", organizzata martedì all'interno del nuovo complesso del carcere di Rebibbia promosso dallo stesso Cangemi insieme con le associazioni Gruppo Idee e Dietro il Cancello, con il patrocinio del Consiglio regionale del Lazio. I lavori sono stati conclusi dal sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri, che ha illustrato i piani di via Arenula per la gestione della sanità all'interno delle carceri. "La sanità nelle carceri è un tema importante - spiega Cangemi - per questo vogliamo approfondire le problematiche esistenti attraverso le testimonianze di chi ogni giorno lavora negli istituti penitenziari, valutare le azioni concrete che le Asl possono mettere in campo per migliorare il sistema e definire l'impegno che le istituzioni sono chiamate a garantire, a partire da Regione Lazio e Governo". L'idea di Cangemi di istituire una Asl dedicata ai penitenziari laziali nasce dall'esigenza di intervenire più tempestivamente nel raccordo tra istituzioni regionali e ministero della Giustizia, in modo da rendere più fluidi i rapporti tra Asl e Dap. Il principio ispiratore della proposta del consigliere regionale di FI è garantire parità di trattamento tra i cittadini liberi e quelli detenuti, risolvendo al contempo diversi problemi legati alla tutela della salute delle persone private della libertà e andando progressivamente a decongestionare l'ospedale Pertini e il reparto protetto. Ad esempio, la presenza delle scorte e della polizia penitenziaria all'interno dei pronto soccorso, che spesso crea allarme tra i pazienti comuni. Dai lavori del convegno è emersa la necessità di coniugare le esigenze di sicurezza e di espiazione della pena con la tutela del diritto alla salute del detenuto che, seppur compresso in fatto di scelta del medico e della struttura sanitaria, deve poter avere gli stessi livelli di assistenza dei cittadini liberi. Fondamentale, anche al fine di non intasare i pronto soccorso, accorciare le liste d'attesa e risolvere i problemi legati a scorte, traduzioni e piantonamenti, sarà la riattivazione del Centro clinico di Regina Coeli, un vero e proprio ospedale da 80 letti con tanto di sale operatorie che ministero della Giustizia, Regione Lazio e Asl stanno riattivando. Provvedimenti che hanno l'intenzione di andare incontro al lavoro degli agenti di polizia penitenziaria, agevolandone i compiti, e ai diritti dei detenuti, ampliando le garanzie di tutela del diritto alla salute senza creare disagi ai cittadini comuni.

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