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Giù le mani da Cicchetti. E dalla politica

Incomprensibile la distruzione delle schede. Ma tornare al voto è sbagliato

Daniele Di Mario
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Mentre piovono - giustamente - interrogazioni parlamentari al ministro dell'Interno Minniti e al Guardasigilli Orlando per comprendere come sia stato possibile che un tribunale abbia distrutto delle schede elettorali inutilizzate con un ricorso al Tar pendente sull'esito del voto amministrativo al quale quelle schede dovevano servire, il caso Rieti rischia di tramutarsi in una storiaccia. Antonio Cicchetti la scorsa primavera ha vinto le elezioni. Per cento voti. Ma le ha vinte. Il sindaco uscente di sinistra, Simone Petrangeli, ha deciso - del tutto legittimamente - di presentare ricorso al Tar per ottenere il riconteggio in otto sezioni. Verifica accordata dal Tribunale amministrativo ma bloccata dalla prefettura per la distruzione da parte del tribunale delle schede non usate. Cosa accadrà adesso? Se va bene si potrebbe rivotare nelle sole otto sezioni contestate. Se va male, il Comune di Rieti potrebbe essere commissariato e tornare al voto alla prima finestra elettorale utile: quella amministrativa della prossima primavera, insieme a tanti altri Comuni. Eppure, in prefettura le schede votate ci sono e possono essere riconteggiate. Così come ci sono i verbali sezione per sezione sottoscritti da magistrati. A chi conviene questo pasticcio? Di certo non a Cicchetti, che non ha alcun interesse a rivotare. Certamente più a Petrangeli, che - hai visto mai - potrebbe ritrovarsi a essere riconfermato sindaco a qualche mese di distanza dalla sua sconfitta. Sgomberiamo il campo dal complottismo: in tribunale è stato commesso un macroscopico errore, ma pur sempre di errore si tratta. Su quell'errore occorre andare a fondo, stabilendone le cause e facendo totale chiarezza. Logico che chi ha sbagliato debba pagare. Ma, per un volta, la politica non ha sbagliato. A commettere quello sbaglio sono stati altri. Ma il prezzo che rischia di pagare la credibilità delle Istituzioni è enorme. Cosa penseranno i cittadini che eventualmente dovranno andare a votare in otto sezioni a pochi mesi di distanza? O, peggio, con quale clima si svolgerebbe un'eventuale campagna elettorale in caso di commissariamento del Comune? E ancora, i cittadini cosa ne penseranno. Per ingrassare le fila dell'antipolitica e dei populismi vari non servirebbe altro. Allora, giù le mani dal sindaco Antonio Cicchetti e dalla sua vittoria.

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