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Niente ritiro a Trigoria. La Roma e gli altri club ribelli

Protocollo troppo rigido, slittano le sedute di gruppo

Alessandro Austini
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Niente ritiro da lunedì. La Roma e altri club di Serie A ( per ora si parla di Inter, Napoli, Cagliari, Verona, Atalanta, Sampdoria e Genoa) si ribellano al protocollo imposto dal Comitato Tecnico Scientifico del governo. Troppi dubbi, tanti aspetti decisamente complicati e la sensazione che allenarsi in questo modo restando in clausura nella sede, senza alcuna certezza su quel che succederà da qui a giugno, potrebbe essere addirittura controproducente. La novità emerge dopo una giornata di confronti tra i giocatori e le società. Una situazione in continua evoluzione e che potrebbe cambiare ancora, ma ad oggi si può dire che a Trigoria (e non solo) non ripartiranno gli allenamenti di gruppo il 18 maggio. Dovrebbero infatti proseguire le sedute individuali di questi giorni, peraltro utili solo a curare la parte atletica. Fonseca e i colleghi stanno guidando a distanza i giocatori che si dividono fra i campi, in turni orari, e si chiedono: ma a cosa serve? Il ritiro, senza avere certezze sulla data della ripresa del campionato (in teoria il 13 giugno ma serve l'ok del governo), rischia di aggiungere problemi a quelli già esistenti. C'è bisogno di una parola chiara, non di ipotesi che si fanno da mesi e cambiano continuamente. Solo a quel punto, magari due settimane prima della ripresa ufficiale, le squadre si blinderanno nei centri sportivi per evitare contatti con l'esterno e diminuire il rischio di contagio.  Il nodo centrale resta sempre lo stesso: se, come da protocollo, al primo giocatore positivo al test tutta la squadra deve chiudersi in quarantena, che senso ha riprendere il campionato?

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