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La pressione allentata è la via per la Champions

Alessandro Austini
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La Roma è ripartita. Forse. Cautela mai esagerata quando si parla dei giallorossi, ma le ultime due partite hanno portato altrettante vittorie, cinque gol segnati e nessuno subìto. Se col Gent la missione andrà completata giovedì al ritorno dei sedicesimi di Europa League in Belgio, il poker rifilato al Lecce in campionato ha riportato la squadra di Fonseca a tre punti dal quarto posto, grazie al concomitante rinvio di Atalanta-Sassuolo. Un avvicinamento solo virtuale, quindi, ma leggere la classifica adesso ridà speranza e la componente psicologica è sempre un aspetto fondamentale. Lo ha capito in fretta Fonseca, che per settimane ha parlato di "problema di testa" per spiegare l'improvvisa "sparizione" della Roma e sabato, alla vigilia della gara dell'Olimpico, ha ridimensionato la crisi ottenendo l'effetto sperato. Dire che "se non arriviamo in Champions non sarà un fallimento" ha contribuito ad allegerire la pressione sulla squadra. Sarà un caso, ma improvvisamente la Roma ha ricominciato a giocare il suo calcio aggressivo, favorità sì da un avversario modesto e che ha sbagliato l'approccio alla gara, ma l'inversione c'è stata. Nella prestazione e nel risultato, con gli esterni finalmente a segno insieme a Dzeko. Non essere costretti a raggiungere un obiettivo rappresenta un vantaggio nello sport. Così l'allenatore ha ribaltato la prospettiva e aiutato i suoi ragazzi impauriti dopo i risultati negativi. E' vero, una squadra forte non può e non deve avere paura, ma la Roma ancora non lo è. 

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