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De Rossi e la verità ristabilita

Una delle scritte contro Pallotta apparse a Roma nei giorni dell'addio di De Rossi

"Mi è dispiaciuto del contratto non rinnovato, ma zero problemi con Pallotta"

Alessandro Austini
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Dall'estate di fuoco all'inverno mite. Daniele De Rossi rimette insieme i pezzi del caos, raccontando la verità sull'addio alla Roma. Che è molto più semplice e serena rispetto alle ricostruzioni tormentate, i ricami vari (e le note audio trafugate) di quei giorni caldissimi, seguiti poi dallo tsunami-Totti. "Non ho mai avuto alcun problema con Pallotta, per intenderci - racconta l'ex capitano giallorosso nella bella intervista concessa a GQ - mi è soltanto dispiaciuto per la decisione di non rinnovarmi il contratto, mi è spiaciuto molto. Ma questo mi pare ovvio". E poi: "Quando Fienga mi ha convocato per comunicarmi la decisione del club non ho detto mezza parola per provare a fargli cambiare idea. Solo che non condividevo, ma con la massima serenità". Insomma De Rossi, superato il naturale dispiacere del momento, ha assorbito la botta e ha guardato avanti, concedendosi un'esperienza al Boca "breve e non molto fruttuosa dal punto di vista tecnico, ma umanamente mi ha dato moltissimo". E' finita presto, perché il centrocampista ha dovuto fare i conti con l'età e gli acciacchi: "Quando sto bene sarei ancora in grado di giocare nel Boca, nella Roma, in tutte le squadre migliori del mondo, perché quello che ho perso in esplosività fisica l'ho guadagnato, e alla grande, in esperienza. Però ho avuto l'onestà di aggiungere una domanda all'asserzione di partenza. Quando sto bene? La risposta è quasi mai". Ecco, la Roma non gli ha rinnovato il contratto da calciatore partendo da quella risposta. I dirigenti hanno sbagliato totalmente tempi e modi della decisione, la gestione di un campione così importante meritava ben altra delicatezza. E non basta l'alibi di una stagione disastrosa, dove i problemi - da Di Francesco a Monchi  fino a Totti - sono esplosi uno dietro l'altro. Ma alla fine quella decisione, durissima da accettare per i tifosi, aveva un senso, perché a mente fredda la condivide anche lo stesso protagonista. Mese più, mese meno, era ormai giunto il momento per fermarsi e iniziare una nuova storia insieme a De Rossi, in versione allenatore. Nulla impedisce di farlo adesso. Perché ogni tanto, un lieto fine, se lo merita anche la Roma.

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