Samuel e Thiago Motta, pratica archiviata e nerazzurri ancora avanti alla Roma e poi scudettati. Quella sera il celebre striscione accolse in forma ironica il vantaggio della formidabile squadra di Mourinho che poi avrebbe vinto il triplete. Il pubblico laziale scelse il male minore come spesso è accaduto nel calcio ma la squadra di Reja si dibatteva nei bassifondi della classifica e avrebbe potuto fare poco per fernare una corazzata. Eppure, quella passa alla storia come una partita che la Lazio scelse di perdere, come una pagine nera del tifo biancoceleste. Verità stravolta, la Lazio gioco e perse come gli capitava spesso in quella stagione (peraltro a inizio anno con Ballardini aveva vinto la Supercoppa a pechino togliendo a Mourinho un poker impossibile da ripetere). Benpensanti, soloni, tutti a giocadicei tifosi biancocelesti che hanno accettato quella sconfitta col sorriso perché costava molto ai dirimpettai cittadini. La storia è peina di episodi simili, ma rimane nella storia solo quello striscione goliardico che voleva esprimere un sentimento condiviso dai tifosi di tutto il mondo: meglio perdere una partita ininfluente che regalare un titolo ai rivali cittadini.