
Giani è pronto al bis, Elly frena per Furfaro. Ma in Toscana è rivolta

Nazareno last minute, «o lo scalziamo ora o ce lo teniamo per altri 5 anni». Così da qualche settimana il Pd discute un piano scabroso: silurare in corsa il governatore Eugenio Giani e sostituirlo con il fedelissimo Emiliano Fossi, segretario regionale del partito.
Fossi, già sindaco di un Comune dell’hinterland fiorentino, scherzosamente è chiamato dagli amici: «Io vorrei, non vorrei ma se vuoi». In poche parole è tentato dall’impresa ed al tempo stesso è consapevole dei rischi di una operazione così spericolata.
La «genialata» di Elly Schlein prevede due passaggi: una richiesta esplicita di discontinuità del M5S (oggi a Prato la decisione con Giuseppe Conte), e un eventuale posticipo del turno regionale disposto dal Governo, in pratica da ottobre alla prossima primavera.
Lui, il governatore, ha già adottato le contromisure: una richiesta al ministro Piantedosi di anticipare le elezioni da ottobre a settembre, per «probabili eventi climatici avversi».

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Di antica scuola socialista, Eugenio Giani sa che gli avversari vanno blanditi e coccolati: «Ho molta fiducia nel lavoro di tessitura per costruire la grande alleanza del campo largo, che da Italia viva possa portare ai 5 Stelle su un piano non solo regionale, ma anche nazionale». Con «chicca» finale: «Questa sia la base di lavoro verso le elezioni politiche che ci saranno nel 2027, fatto dalla segretaria Schlein. E a lei mi rimetto». D’altra parte, da almeno due anni, l’eclettico Presidente convive con le congiure del suo partito, quello che ci ha creduto di più è stato Dario Nardella, convinto di poter passare da Palazsire gli amici di Elly: se siamo così avanti, tanto vale cambiare cavallo. Va detto che il Nazareno non ha mai amato il cerimonioso Governatore: una lunga storia politica alle spalle, amico di tutti, indicato per il soglio regionale da Matteo Renzi. Corsi e ricorsi della storia, l’ex presidente del Consiglio gli preferì proprio Dario Nardella per il Comune di Firenze, con grande scorno del Giani. Accontentato poi qualche anno dopo per la successione di Enrico Rossi.

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Il ribaltone è stato a lungo sognato, la maggioranza di Elly Schlein non ha raccolto incarichi importanti, neanche nei Comuni, per non dire nelle altre Regioni, in Campania ad esempio finirà con Roberto Fico. «Cosa abbiamo vinto a fare le primarie?», si chiedono sbigottiti i compagni nelle case del popolo, «se rimaniamo a bocca asciutta». Di qui la "pazza" idea: mettere in campo uno dei due, Emiliano Fossi o Marco Furfaro. Il segretario sarebbe avvantaggiato: è deputato alla prima legislatura ed è stato eletto nell’uninominale. Ergo potrebbe regalare la buona uscita al Presidente, la sua candidatura alle suppletive.
Che il regicidio riesca è tutto un altro paio di maniche: Giani è un combattente nato, ed a furia di girare in lungo ed in largo per tutta la Toscana, è diventato il beniamino dei sindaci. Con un ragionamento astuto: «Se il Pd fa le bizze, mi costruisco la mia personalissima "guardia armata". Intanto tra coloro che si preparano per tempo alle elezioni, c’è il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro. Che è un po’ il prototipo dell’amministratore «chiavi in mano»: è stato primo cittadino a Capannori con il Pd, poi nella città del Carnevale, con una serie di liste civiche, spaccando la sinistra. Un’idea che l’intraprendente Del Ghingaro vuole riproporre alle Regionali: una sorta di terzo polo alla «trabaccolara», distante dalla destra e dalla sinistra. Il governatore intanto prepara l’ultimo sorriso. E un’altra fossa da scavare: la vita spericolata del Giani.
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