
Dazi, l'allarme di Tremonti: "Fase di incertezza fra fiction e realtà. Perché l'Italia conta"

«È la realtà che di solito diventa un reality: questa volta è stato un reality che si è fatto realtà, tanto scenografici e straordinari sono stati gli avvenimenti che si sono verificati a Wall Street, come nelle altre Borse, nei giorni scorsi». Così Giulio Tremonti, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Affari esteri e comunitari di Montecitorio, già ministro delle Finanze nel governo Berlusconi I e ministro dell'Economia e delle Finanze nei governi Berlusconi II, III e IV, in merito all’ultima, sorprendente giravolta del presidente statunitense, Donald Trump, che ha annunciato, l’altro ieri, a sorpresa, la sospensione dei dazi per 90 giorni, tranne che con la Cina, e con l’Unione europea che dal canto suo ha deciso di sospendere le contromisure che erano state adottate in risposta alle mosse varate dall'amministrazione Usa.

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Raggiunto telefonicamente da Il Tempo, Tremonti poi osserva: «C’è comunque il fatto che rimane, che resta fuori dal reality la realtà, e la realtà la fa la asimmetria tra l’enorme debito pubblico americano e la forza del creditore cinese, con gli effetti che si sono visti già ieri, almeno a giudicare dalle decisioni politiche. Mi limito solo a segnalare che con la sospensione dei dazi decisa prima negli Stati Uniti, poi in Europa, si crea, si apre una fase di certa incertezza, che più o meno, a quanto ci dicono, durerà tre mesi, 90 giorni, il periodo per l’appunto della sospensione. Tutto dipende dall’enorme debito pubblico che gli Stati Uniti hanno contratto con il resto del mondo, e con il resto del mondo che fa valere sul debito pubblico degli Usa una sua posizione di forza».

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Quanto al viaggio, alla vera e propria missione del presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, negli Stati Uniti, in programma per il prossimo 17 aprile, proprio per incontrare Donald Trump a Washington, alla Casa Bianca, ed affrontare faccia a faccia la questione, il tema dei dazi, Tremonti segnala nel suo colloquio con Il Tempo una circostanza fondamentale: «La cosa certa - sottolinea il presidente della commissione Affari esteri e comunitari della Camera - è che la competenza istituzionale sul commercio internazionale è dell’Unione europea, spetta all’Unione europea e questo è, a mio avviso, un punto, un elemento di forza. E se a rappresentare tale punto di forza è un Paese come il nostro, come l’Italia, che lo ricordiamo è un Paese fondatore dell’Unione europea - conclude sempre l’esponente di Fratelli d’Italia - ciò potrà rivelarsi certamente utile».
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