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I giornalisti dei dossier, quei documenti illeciti e le inchieste a orologeria

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Rita Cavallaro
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A favor di telecamere si elevano sul pulpito, travestendosi da agnelli sacrificali in nome di un giornalismo d'inchiesta libero, che qualche potente vuole mettere a tacere. Ma nelle segrete stanze del giornale della tessera numero uno del Pd gettano la maschera, per tornare ad essere lo strumento di un sistema di potere che, ormai da troppo tempo, ha messo nel mirino la famiglia Angelucci. Dalla Piazzapulita all'ultima performance di Domani: gli indagati dei dossier vanno all'assalto del leghista Antonio Angelucci. E poco conta l'indignazione di Corrado Formigli, che lo scorso giovedì, nel suo programma in onda su La7 di Urbano Cairo, ha attaccato i quotidiani del nostro gruppo, parlando addirittura di offese e minacce.

 

 

 

La nostra colpa è aver fatto semplicemente i giornalisti d'inchiesta e aver raccontato che la loro inchiesta, quella costruita contro gli affari legali del parlamentare della Carroccio, è stata confezionata utilizzando i giornalisti di Domani indagati nell'inchiesta sul dossieraggio all'Antimafia, quel verminaio ordito dal servitore dello Stato Pasquale Striano che, dal 2018 al 2022, ha inondato la redazione del quotidiano di Carlo De Benedetti di documenti riservati, grazie ai quali il team investigativo ha cucinato esclusive per colpire gli avversari politici nei momenti più cruciali della democrazia italiana, come la formazione del governo Meloni o la corsa al Colle. Tanto che Striano, autore di migliaia di spiate nel sistema analisti su oltre trecento insospettabili e accusato di aver trafugato una mole enorme di documenti, è tuttora indagato per accesso abusivo alle banche dati e rivelazione del segreto, in concorso con l'ex pm Antonio Laudati e con i tre cronisti Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine.

 

 

Un pool di spioni che non ha risparmiato, ovviamente, Antonio Angelucci, visto che, tra i 337 file inviati dal finanziere a Tizian, nel lasso di tempo sotto i fari investigativi, ben 92 documenti riservati riguardano il nostro editore, racchiusi in una mail di WeTrasfer inviata il 19 agosto 2022 con oggetto «angelucci». E che, secondo gli inquirenti, sarebbero la "fonte" di un articolo del 17 settembre di quell'anno, firmato dall'inquisito Tizian e dall'attuale direttore di Domani, Emiliano Fittipaldi. Proprio i due giornalisti che Formigli ha portato sulla rete di Cairo per corroborare, attraverso il frutto della presunta attività illecita, la nuova-vecchiainchiesta di Piazzapulita. Il Tempo ha svelato, con gli atti messi a fascicolo, l'origine di quell'inchiesta e ha anche rivelato la notizia che l'indagine sul dossieraggio, passata dalle mani del procuratore di Perugia Raffaele Cantone a quelle del sostituto capitolino Giuseppe De Falco, non solo non è stata insabbiata, ma ha preso nuovo vigore dalla puntata ripartita dal filone incriminato sull'asse La7-Domani, tanto che sono stati disposti nuovi approfondimenti. E queste non sono minacce, ma è giornalismo. Checché ne dica Formigli & Co.

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