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Pd, Orlando ammette la guerra interna: “Insistente boicottaggio del campo largo da alcuni di noi”

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La guerra intestina nel Pd non è soltanto una critica che arriva dagli altri partiti, ma anche all’interno dei dem ammettono una profonda spaccatura. In particolare sulle alleanze. «Andare sabato nella piazza organizzata dal M5S è stato un segnale di attenzione. Quella piazza parla anche al nostro mondo, c’erano volti e storie che abbiamo visto tante volte nelle nostre manifestazioni. Ormai vedo un insistente boicottaggio del cosiddetto campo largo anche da pezzi del Pd. Allora discutiamone. Nel 2022 abbiamo visto la rottura con i 5 Stelle come è andata a finire. C’è un altro schema di gioco? Lo si dica», la sfuriata dell’ex ministro del Lavoro ed esponente Pd Andrea Orlando in una intervista al Corriere della Sera. 

 

 

«La mancata partecipazione di Giuseppe Conte alla manifestazione di piazza del Popolo è stato un errore, ma è stato giusto non ripagare con la stessa moneta - sottolinea Orlando -, perché bisogna essere unitari anche con chi talvolta non lo è. Il Pd è la forza maggioritaria e ha il dovere di essere unitaria. Sono stato a manifestazioni dove c’erano cartelli di ogni segno. Si giudicano per il loro senso e per le domande che esprimono, non per il singolo cartello. E non mi pare che il senso della manifestazione di sabato fosse a favore dell’invasione dell’Ucraina. Mi sono sembrate più preoccupanti alcune semplificazioni un po’ demagogiche dal palco. L’esigenza della difesa europea è oggettiva, va discusso il come. Bisogna vedere se è stato fatto un favore all’Ucraina continuando a puntare su una difesa euroatlantica mentre stava arrivando Trump - osserva l’esponente dem - senza immaginare nessun vero ruolo politico per l’Europa. Politiche sbagliate o non fatte hanno peggiorato la situazione. Sono stato al governo nel 2022 quando bisognava decidere se mandare le risorse per le armi, ho deciso per il sì e lo deciderei di nuovo. Il punto non è la questione delle armi all’Ucraina, ma dentro quale quadro». 

 

 

Orlando, sconfitto alle regionali in Liguria, dà la propria ricetta: «L’Europa deve avviare un’iniziativa politica che allarghi il tavolo della trattativa e definisca l’assetto di una pace in un quadro multilaterale, coinvolgendo altri soggetti, a partire dalla Cina, l’India, tutta quella parte del mondo che può essere pregiudicata da un nuovo assetto frutto dell’incontro di due nuovi imperialismi».

 

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