
Adolfo Urso: "Giusta la proposta di Musk. Grande area con zero dazi. Ecco cosa farà l'Italia"

«Zero dazi tra le due sponde dell’Atlantico» come ha rilanciato Elon Musk. E un approccio basato sulla «ragione» che l’Italia sta portando avanti in ambito europeo nella difficilissima partita dei dazi. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è convinto che questa sia la strada da percorrere nel negoziato con l’America di Trump.
Ministro, se i dazi non saranno rimossi, avete una stima del danno per l’export italiano?
«Sì, abbiamo fatto una stima previsionale già prima che fossero annunciati, individuando i settori maggiormente colpiti, alimentazione e meccanica, le Regioni che potrebbero risentirne di più, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, le dieci aziende che avrebbero le maggiori difficoltà in ciascun comparto e le filiere produttive con il maggiore impatto. Già sei mesi fa abbiamo ingaggiato una battaglia in Europa perché fossero rimosse le folli regole del Green Deal che avevano già portato al collasso dell’industria dell’auto europea. Ed lo ribadiamo oggi con ancora più forza. Perché l’Europa deve agire, ancor prima di reagire».
Bankitalia taglia le stime del PIL allo 0,6%. Il rischio recessione è reale?
«Molto dipende dalla reazione europea. Se rispondiamo ai dazi con altri dazi, innescando una escalation, il danno sulla crescita europea aumenterebbe: secondo la BCE verrebbe addirittura raddoppiato. Non occorre reagire con la pancia ma con la testa: con cautela, responsabilità, flessibilità e intelligenza».
La UE pare spaccata in due. Da una parte Macron che è per una risposta dura a Trump, dall’altra Meloni che invece spinge per negoziare. Chi ha ragione?
«Ovviamente chi reagisce con la ragione, cioè l’Italia. E molte capitali concordano con noi».
Lei ha proposto l’azzeramento del Green deal. La premier chiede la sospensione del Patto di stabilità. Ci saranno resistenze in Europa?
«Le nostre proposte saranno formulate dal Presidente del Consiglio in modo compiuto e organico al termine del confronto con le categorie produttive e del dialogo tra la Commissione UE e gli Usa. Non servono misure tampone, improvvisate».
Domani vi rivedrete con Meloni e gli altri ministri. Quali proposte porterà al tavolo?
«Le formulerò in modo compiuto solo in quella sede, ma un elemento sembra già evidente dal primo confronto che abbiamo avuto a Chigi mercoledì: le misure compensative devono essere comuni, magari attraverso un fondo ad hoc europeo. No a fughe in avanti che potrebbero spaccare l’Europa. È cambiato il mondo: ne prenda atto anche la Commissione».
Pare che Trump sia disponibile a negoziare solo in cambio di contropartite considerevoli. Difficile toccare l’Iva, quindi cosa farete?
«Faremo le nostre proposte nelle sedi competenti, dopo il confronto con le imprese e con il Parlamento, come è doveroso».
Lei ha anche ipotizzato che l’UE dovrebbe rilanciare, qualora trovasse le condizioni, un’area di libero scambio tra Europa e Nord America, e ieri lo stesso Musk ha affermato questa posizione intervenendo al Congresso della Lega.
«"Zero dazi" tra le due sponde dell’Atlantico era il progetto di McCain quando si contrappose a Obama, che invece si illudeva di poter costruire un duopolio con la Cina, spostando l’asse del mondo dall’Atlantico al Pacifico, e che si provò a realizzare successivamente con il TTIP. Oggi sembra davvero irrealistico, ma resta l’unico progetto per unire l’Occidente».
Il commissario Sefcovic tratta a nome della Ue. Avete già aperto o aprirete un canale di negoziato solo italiano con l’amministrazione Trump?
«Assolutamente no. La materia è competenza esclusiva della Commissione, ogni trattativa parallela sarebbe esiziale».
Ma lei venerdì ha avuto un colloquio con la Casa Bianca?
«Sì, certo, su richiesta del mio omologo americano, sui temi di sua pertinenza: IA, meccanica quantistica, nuove tecnologie, digitale e data center. Non abbiamo in alcun modo affrontato le tematiche commerciali».
Le opposizioni accusano il governo di non aver fatto come Sanchez in Spagna che ha subito stanziato 14 miliardi. Non eravate pronti?
«Gli interventi devono essere mirati per essere efficaci. Ancora non sappiamo se avrà successo il confronto tra Bruxelles e Washingtone se, e quali, saranno eventuali misure ritorsive, che a loro volta avranno conseguenze sul sistema produttivo».
Piazza Affari ha registrato il peggior ribasso tre le Borse europee. Le aziende italiane sono più vulnerabili?
«Le aziende italiane sono le più resilienti e le più dinamiche nel reagire nei momenti di crisi. Abbiamo superato Giappone e Corea del Sud, agguantando la quarta posizione dopo Cina, Stati Uniti e Germania».
Avs ha lanciato un’app per boicottare i prodotti made in Usa. Cosa ne pensa?
«Frutto di un rigurgito del comunismo, di un odio ancestrale che la storia ha già sconfitto. Speriamo che nessuno negli Usa la prenda sul serio, perché se per ritorsione partisse una campagna simile contro il Made in Italy, che è amatissimo negli Stati Uniti, allora sì che ci faremmo davvero del male».
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