
Passaportopoli, arriva la stretta: il decreto contro le cittadinanze facili

Stretta del governo su Passaportopoli. Oggi in Consiglio dei ministri arriva uno schema di decreto legge con «disposizioni urgenti in materia di cittadinanza». In pratica, si tratta di un provvedimento teso a debellare la piaga delle cosiddette cittadinanze facili, con stranieri che riescono a rintracciare fantomatici parenti italiani pur di ottenere il passaporto del nostro Paese. Una battaglia del ministro degli Esteri Antonio Tajani che ormai da oltre un anno ha istituito una task force alla Farnesina (130 ispezioni già condotte in ambasciate e consolati di tutto il mondo, soprattutto in Asia e Sud America) per scovare gli abusi. Il decreto di oggi è il frutto del lavoro portato avanti anche dal ministro degli Interni Matteo Piantedosi, il quale ha il compito di vigilare sul delicato tema delle cittadinanze e dei requisiti per poterla ottenere.

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I due esponenti di governo, in questo modo, d’intesa con la premier Giorgia Meloni, hanno voluto introdurre nuove norme che manterranno il principio dello «ius sanguinis», basato sulla discendenza da cittadini italiani, ma rafforzando allo stesso tempo la necessità anche di un vincolo effettivo con l’Italia da parte dei figli nati all’estero da cittadini italiani. Questo anche in funzione della necessità di allinearsi agli ordinamenti di altri Paesi europei e di garantire la libera circolazione nell’Unione europea solo da parte di chi mantenga un legame effettivo. Il Tempo, ad esempio, nel maggio di un anno fa aveva scoperchiato la Passaportopoli del Venezuela, uno scandalo che indusse la Farnesina a inviare gli ispettori (il console sarebbe stato richiamato poco tempo dopo). Il 19 febbraio scorso, invece, sono stati arrestati tre funzionari in Bangladesh che avrebbero fabbricato visti fasulli. Il decreto che va oggi in Consiglio dei ministri renderà «più efficienti i procedimenti di ricostruzione della cittadinanza italiana iure sanguinis attivati a domanda di italodiscendenti maggiorenni, residenti all’estero», si legge nella bozza del documento.

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Inoltre, il capo dell’ufficio consolare, con le nuove norme «si limiterà ad accertare il solo mantenimento della cittadinanza italiana, rilasciando il relativo certificato, alle persone residenti nella circoscrizione già riconosciute come cittadini, e potrà riconoscere il possesso della cittadinanza italiana esclusivamente in capo ai minori d’età residenti nella circoscrizione che sono figli di cittadini già precedentemente riconosciuti come tali». E a fronte di un numero «molto elevato» di istanze, si introduce un termine di definizione del procedimento di 48 mesi, rispetto ai 24 attualmente previsti. Oggi per avere la cittadinanza «è sufficiente avere un solo discendente anche remoto che sia stato cittadino», così col passare del tempo «aumenta la possibilità che un qualsiasi abitante dei Paesi a più alta emigrazione italiana possa reclamare la cittadinanza». In pratica, «in assenza di limitazioni giuridiche nella trasmissione, potenzialmente chiunque potrà essere cittadino italiano». D’ora in avanti non sarà più possibile.
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