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Prodi, Suor Monia Alfieri: mancanza di solidarietà a Orefici "preoccupante"

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A preoccupare Suor Anna Monia Alfieri, Cavaliere al Merito della Repubblica ed esperta di politiche scolastiche, non è tanto l'episodio di Romano Prodi con la giornalista di Quarta Repubblica "in sé", ma "la deriva cui simili comportamenti possono condurre" e "il presupposto di idee che sta dietro". "L’arroganza sottile, quasi legittimata, è un elemento che purtroppo caratterizza tanti ambienti della società, politica e istituzioni in primis", ha detto all'Adnkronos Suor Anna Monia Alfieri in merito a quanto avvenuto tra l'ex premier e la giornalista Lavinia Orefici alla quale ha tirato i capelli durante un’intervista. "Questi atteggiamenti, uniti alle forme spesso violente del dibattito politico, vanificano tutti gli sforzi educativi delle realtà positive che animano la nostra società, in special modo scuola e realtà educative presenti sui territori", ha continuato.

 

 

Altro aspetto "non trascurabile e altamente preoccupante", ha sottolineato, "è stata la mancanza di solidarietà nei confronti della giornalista, in questo caso, ma in generale quando avvengono episodi in cui si registrano comportamenti non corretti la solidarietà, se arriva, arriva solo da chi ha la stessa opinione della vittima, come se la solidarietà e il rispetto dei diritti fossero elementi che dipendono dall’idea del singolo e non fossero, invece, degli universali che, come tali, hanno valore, a prescindere dal pensiero politico. Il pericolo, pertanto, di una messa in discussione dei diritti è reale: occorre riscoprire il valore autentico di tutto ciò che non è negoziabile, che è frutto di una conquista di lotte condotte per decenni, a volte anche per secoli, e quindi di valori assoluti che, se lesi, devono far scattare un senso di trasversale solidarietà", ha affermato Suor Anna Monia Alfieri.

 

 

Diversamente "accadrà che l’uomo comune, leso nei suoi diritti, non sarà spinto a denunciare quanto subito, perché i diritti non saranno fondati sul principio di uguaglianza, ma sul principio di casta che fa scattare la solidarietà solo per chi appartiene alla stessa casta. Anche i diritti, dunque, torneranno ad essere patrimonio elitario, esattamente come avveniva prima della rivoluzione liberale, complice anche la segregazione sociale realizzata mediante un sistema scolastico non libero e non autonomo. È chiaro che questo tipo di società è un monstrum giuridico, eppure la strada che conduce a tale monstrum è aperta. Ecco perché ritengo che sia necessaria una decisa inversione di rotta - ha concluso Suor Anna Monia Alfieri - e una chiamata generale alla responsabilità e alla coerenza: inutile proporre leggi che impongono il cognome della madre alla prole se poi la realtà dei fatti vede l’incoerenza e lo scollamento tra quanto si afferma e quanto si opera". 

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