Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Tassa anti Meloni. Così il Pd moltiplica le piazze con i soldi degli italiani

Edoardo Sirignano
  • a
  • a
  • a

Scoppia la polemica sulla tassa anti-Meloni per moltiplicare le piazze rosse. Protesta di Fratelli d’Italia nell’Assemblea Capitolina per la decisione del sindaco Roberto Gualtieri di sostenere economicamente, attraverso il Campidoglio, la kermesse del 15 marzo. «Roma Libera» è lo slogan scandito a più riprese da una nutrita rappresentanza di cittadini e militanti. Diverse bandiere e uno striscione occupano l’Aula Giulio Cesare prima che la presidente dell’assise Svetlana Celli facesse interrompere i lavori per sgomberare la sala. Ciò, comunque, non fa saltare il flashmob previsto per l’occasione. Una cinquantina di persone cantano l’inno di Mameli in segno di protesta. «La fascia tricolore – dichiara la consigliera Mariacristina Masi - deve spiegare come mai abbia deciso di sostenere le spese di una manifestazione di parte, che non può di certo essere confusa con un evento istituzionale, con risorse dei cittadini. Facile essere generoso nei confronti dei propri, con le tasche dei romani. Vogliamo spiegazioni chiare in merito e abbiamo chiesto tutti gli atti per avere un quadro preciso della situazione, che crea un certo imbarazzo e segna un precedente grave della gestione dei fondi a disposizione per le occasioni di alto valore istituzionale, tra cui non possono rientrare quelle prettamente politiche. Che faremo di questo passo? Finanzieremo anche la festa dell’Unità?». Presenti alla mobilitazione anche il capogruppo in Comune Giovanni Quarzo, i consiglieri Federico Rocca, Stefano Erbaggi e Francesca Barbato, il deputato e presidente della federazione romana di Fratelli d’Italia, Marco Perissa e il consigliere regionale FdI, Chiara Iannarelli. Non è finita qui.

 

 

A parte la contestazione, il partito della Meloni presenta «un esposto alla procura di Roma e alle autorità competenti delle città in cui legittimamente si sono tenute e si terranno delle manifestazioni come quella di sabato scorso». A rivelarlo il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, Galeazzo Bignami: «Vogliamo una risposta chiara sull’eventuale compartecipazione del Comune di Roma e di altre amministrazioni locali, in particolare sull’utilizzo dei soldi di tutti i cittadini per finanziare iniziative di parte. E questo riguarda in particolare anche Bologna, visto che è stata annunciata nei prossimi giorni una manifestazione di parte che si vuole ammantare di istituzionalità. Esposti che depositeremo anche alla Corte dei Conti. Fratelli d’Italia ritiene ovviamente fondamentale che venga garantito a tutti il diritto di espressione e libertà di parola, ma anche che i contribuenti non vengano costretti a pagare iniziative di parte con soldi destinati a sociale, servizi e infrastrutture».

 

 

Un chiaro avvertimento, dunque, in vista dell’appuntamento del 6 aprile, previsto nel capoluogo emiliano e dove si dovrebbero ritrovati gli stessi protagonisti della tanto discussa dimostrazione di Piazza del Popolo, arriva anche dal Carroccio: «La piazza dei sindaci Pd di Firenze e Bologna non deve essere un modo per finanziare, pubblicizzare, mobilitare il quotidiano la Repubblica e la sinistra a spese dei contribuenti, come successo a Roma. La gravità di quanto accaduto il 15 marzo merita massima attenzione e la Lega non intende mollare. Organizzare un altro evento, senza aver spiegato nel dettaglio lo scandalo di Piazza del Popolo, è un atto di arroganza».

 

Dai blog