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Bufera sulla manifestazione per l'Europa: tricolori da sindaco per mascherare la piazza politica

Aldo Rosati
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Chi organizza si chiedevano i giornalisti nei giorni prima della famigerata Piazza per l’Europa? Il quotidiano Repubblica che ha lanciato l’appello? Il Pd che se ne è servito alla grande, dopo lo scivolone di Strasburgo? Forse la Cgil che ha una radicata expertise nel settore? Darà un contributo anche Nicola Fratoianni, che magari nel frattempo ha venduto la sua Tesla? Niente da fare, ottenere informazioni impossibile, nessuno sa niente. 

Poi a distanza di qualche ora dalla manifestazione lanciata da Michele Serra ed organizzata sabato scorso a Roma, l’arcano si è scoperto. Pace sì, ma soprattutto gratis. O meglio a spese dei contribuenti. Paga Zetema, società al 100% del Comune di Roma. Un conto abbastanza salato: oltre 270mila euro di denaro pubblico per palco, impianti, luci, servizio medico, i laccetti dei badge per l'organizzazione e in alcuni casi perfino i biglietti del treno e l'alloggio per gli ospiti. Una piazza un po’ confusa, ma almeno economicissima. Gli organizzatori sono totalmente spesati, indubbiamente un bell’incentivo a scegliere il cuore della Capitale, location ideale per selfie e riprese televisive ai piedi del Pincio. In fondo è bastato chiedere al primo cittadino Roberto Gualtieri, che in effetti aveva risposto in modo entusiastico all’appello dell’editorialista di Repubblica: «Noi saremo in prima fila». Il sottinteso era: «Tranquilli paghiamo noi». Ci ha pensato lui, il sindaco tutto fare, ad azzerare i costi della manifestazione e non si dica che non sia un gesto d’amore nei confronti della causa. 

 

L’aiutino è stato denunciato dal capogruppo dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che ha preannunciato un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura di Roma. «A quale titolo Zetema srl, del Comune di Roma, ha sostenuto economicamente una manifestazione di partito organizzata da un giornalista satirico, Michele Serra, e dal giornale-partito Repubblica, che già usufruisce di finanziamenti pubblici?- si chiede il presidente dei senatori azzurri- C'è stato ben poco di culturale nello "spettacolo" di sabato pomeriggio piuttosto è apparsa una manifestazione politica e di propaganda editoriale di un quotidiano. Il Comune di Roma come giustifica quanto accaduto?». 

Alla denuncia di Gasparri, si è unita la Lega, con il capogruppo capitolino Fabrizio Santori, firmatario dell'esposto presentato alla Corte dei conti. Con un attacco mirato: «Gualtieri usa una società pubblica, Zetema, come bancomat della propaganda del Pd». E circostanziato: «Oltre alle spese ufficiali mancano ancora all'appello i costi per gli straordinari della Polizia Locale, la pulizia straordinaria dell'Ama, l'occupazione di suolo pubblico non versata e il costo delle transenne, che potrebbero far lievitare il costo complessivo ben oltre i 270mila euro ipotizzati inizialmente». 

 

Insomma il vizietto che torna d’attualità. Per decenni la sinistra ha coltivato l’abitudine di organizzare manifestazioni nazionali, con viaggio e vitto gentilmente offerto (il famoso cestino della Coop gentilmente offerto) per stimolare la partecipazione. E costi che ricadevano sulle giunte rosse di tutta Italia, che si occupavano di elargire il loro contributo pubblico ad una manifestazione di partito. 

Poi vabbè il prezzo della «scampagnata» ricadeva su tutti i cittadini, anche quelli che non partecipavano alla manifestazione, nessuno è perfetto, i soldi da qualche parte devono pur uscire, si dicevano i tesorieri. Una brutta abitudine che il Campidoglio ha pensato bene di riverniciare. Che male c’è a dare una mano alla propria segretaria che poi dovrà anche decidere sul secondo mandato? Non è da tutti poter liberamente usufruire del bancomat di Zetema. Secondo Gasparri, che intravede anche rischi di natura penale: «Sicuramente la sinistra ha scritto di nuovo una pagina brutta della sua storia, andando contro ogni principio che a parole dice di voler rappresentare». 

Per il leghista Santori: «Dai dati pubblicati emerge una prassi vergognosa di spacchettamento delle spese in piccole gare, per evitare controlli più stringenti e facilitare l'assegnazione diretta. La realtà è che questa amministrazione ha messo in scena un evento di propaganda finanziato con i soldi di tutti, in barba ai principi di imparzialità e trasparenza che dovrebbero guidare un'amministrazione pubblica». Tutto normale invece per la presidente dem dell’assemblea capitolina Svetlana Celli: «La manifestazione ha rappresentato una legittima iniziativa di Roma Capitale per difendere i valori condivisi dell’Europa».  Insomma vieni nella Città Eterna a manifestare, a saldare le fatture ci pensa Roberto Gualtieri.

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