
Il Manifesto di Ventotene? "Non è il Vangelo", lo storico Franco Cardini e l'Europa che sogna Meloni

«Ventotene non è il Vangelo. Non è fascista dunque chi critica quel manifesto». A evidenziarlo lo storico Franco Cardini.
Che idea si è fatto rispetto a tutta questa polemica?
«Vediamo innanzitutto di riportare le cose alla loro realtà storica. Non è che tutte le volte che Meloni dice qualcosa, bisogna protestare a prescindere».
Si può, a suo parere, mettere in dubbio un manifesto così importante?
«Su Ventotene ho sempre avuto un sacco di dubbi. Capisco la nobiltà delle intenzioni, ma non mi risulta che il manifesto è stato annoverato nelle Sacre Scritture. Non è illegittimo, quindi, non condividerne il contenuto. In ogni documento, poi, ci sono cose positive e altre negative. Anche moltissimi punti del programma di San Sepolcro dei fasci di combattimento sono condivisibili».

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Chi non si rispecchia in questo testo non è europeista, come ribadisce qualche esponente della sinistra?
«Un europeista può anche non essere un federalista. La confederazione, per quanto, mi riguarda dovrebbe essere la strada da perseguire. Una linea su cui si trovava la stessa Meloni, come mi ha rivelato qualche anno fa ad Atreju».
Da dove nasce questa confidenza?
«Tra me e Giorgia Meloni c’è stata sempre una bella amicizia, anche se, da tempo, ho preso le distanze da un certo ambiente politico. Detto ciò, quella era una riflessione che poteva essere fatta con chiunque di buon senso. A dirlo chi ha lasciato il Movimento Sociale Italiano dal 1965. Non so, infatti, se la premier oggi sia d’accordo su quanto mi aveva confessato».
Perché questo progetto, su cui si trovava d’accordo la stessa presidente del Consiglio, è stato poi messo in soffitta?
«Poiché non siamo in Israele e pensiamo che quando si fonda un’istituzione ci sia bisogno anche di una Costituzione. Abbiamo provato a farla. Chi non voleva quella proposta dai più ha fatto in modo che si scivolasse sulla buccia di banana delle radici cristiane dell’Europa. Non c’è, però, niente di più sbagliato perché il vecchio continente ha anche radici greche, orientali, romane e germaniche. Si tratta, dunque, di un pretesto di Francia e Olanda perché il loro progetto di Carta è fallito. Per loro meglio niente che un qualcos0a proposto da altri».

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Per la sinistra, intanto, condannare Ventotene è da fascisti. Si ritrova con queste accuse?
«L’anima di quel manifesto non era Rossi, ma Spinelli. E anche le capre sapevano che era Trotzkista. Non c’è nulla di male, dunque, a non condividere un documento, che nei fatti non è stato corretto dagli altri firmatari e dunque rispecchia una determinata visione di intendere il mondo. Sono ridicoli, pertanto, quei parlamentari che in Aula hanno chiamato “fascista” il presidente del Consiglio soltanto perché ha detto che Ventotene, nei fatti, rappresentasse un punto di vista. Ha ricordato semplicemente una verità storica, che tutti dovrebbero conoscere, a maggior ragione in Parlamento».
Cosa si sente di dire, dunque, a chi accusa l’attuale maggioranza di aver dimenticato le radici della nostra Europa?
«L’Unione Europea è anche frutto delle idee di Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Schuman. Non mi risulta che questi grandi intellettuali, che certamente non erano di sinistra, la pensassero come Spinelli. Sbagliano, quindi, i federalisti a dire che l’Europa nasca esclusivamente dalle loro intuizioni. È mera propaganda politica».
La sinistra, pertanto, sta commettendo un errore?
«Non ha senso che i compagni piangano sui cocci di un qualcosa che hanno contribuito a costruire solo in minima parte».
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