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Ramy, il dietrofront di Sala che ora è "felice per i carabinieri". FdI: basta, ora chieda scusa

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Un dietrofront clamoroso quello di Beppe Sala, sindaco dem di Milano, sul caso di Ramy Elgaml il ragazzo morto al Corvetto il 24 novembre al termine di un inseguimento dei carabinieri allo scooter che non si era fermato all'alt. Una retromarcia, quella dell'esponente del Pd, che fa emergere "se ancora fosse necessario, che le prese di posizione della sinistra sono sempre mosse da un pregiudizio ideologico. Vanno puntualmente a scontrarsi con la realtà ma di scusarsi proprio non sono capaci"; tuona Fratelli d'Itala che sui social mette a confronto dichiarazioni vecchie e nuove di Sala sul caso Ramy. 

 

"Un brutto segnale le immagini dell'inseguimento", affermava Sala che sentenziava: "I carabinieri hanno sbagliato a inseguire Ramy per 20 minuti". Insomma, la croce sui militari. Oggi i dietrofront dopo la perizia che ha chiarito la responsabilità dell'incidente, che va intestata ai due che non si sono fermati all'alt, e dinamica. "Io ho espresso quella opinione" contestando l’operato dei carabinieri "perché dalle immagini abbiamo visto un inseguimento a una velocità molto elevata con un ragazzo che non aveva un casco. Poi ne parleremo con il comandante dei Carabinieri con cui il rapporto è non solo proficuo ma estremamente collaborativo. Non è un problema di opinioni, io ho osservato quello che è successo ma sono solo felice del fatto che attraverso le analisi si sia dimostrato che i Carabinieri" hanno agito bene, ha detto il sindaco di Milano a margine di un evento. 

 

"È arrivato il momento che Sala chieda scusa all’intera Arma dopo che, sul caso Ramy, ha da subito 'infangato' e condannato i Carabinieri coinvolti nel lungo inseguimento. È il minimo sindacale che possa fare. Le immagini, infatti, non erano mai state del tutto chiare tanto è vero che la Procura ha incaricato una Società per fare chiarezza attraverso una dettagliata consulenza", commenta il deputato di Fratelli d’Italia ed ex vice sindaco, Riccardo De Corato. "È inutile che il Sindaco si arrampica sugli specchi! Un primo cittadino, prima di parlare su un caso così delicato dove, appunto, c’è di mezzo la morte di un giovane ragazzo, avrebbe dovuto con cautela aspettare che i consulenti della Magistratura dessero un parere, attraverso atti ufficiali, non 'sentenziare' immediatamente, peraltro accusando le Forze dell’Ordine che da sempre tutelano e proteggono il Paese", conclude. 

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