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Foibe, l'uscita choc: "Nemmeno i partigiani nel 1943". Menia: "Inqualificabile"

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Christian Campigli
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Un commento che va ben oltre la definizione di "fuori luogo". Perché nessuna persona dotata di senno si prenderebbe gioco della tragedia di un intero popolo. Un episodio che evidenzia, ancora una volta, come il dramma delle foibe sia un passaggio storico, ancora tutt'altro che condiviso. In un articolo pubblicato sul portale "La Voce del Popolo, il quotidiano italiano dell'Istria e del Quarnero" si parla di sport. Di calcio, nello specifico. “Le ultime tre partite del Rijeka, due in campionato e una in Coppa di Croazia, hanno avuto un filo conduttore particolare: tutte le avversarie appartenevano alla parte alta della classifica e avevano un allenatore italiano. La squadra di Radomir Đalović ha infatti sconfitto in sequenza Osijek, Dinamo Zagabria e Hajduk Spalato, battendo così tre tecnici italiani: Federico Coppitelli, Fabio Cannavaro e Gennaro Gattuso”. E fin qui, nulla da eccepire. L'inaccettabile arriva alla riga successiva. Perché, nello stesso articolo, viene citato anche un opinionista, un ex giocatore: Joško Jeličić.

 

 

 

Quest'ultimo, “scherzando sul dominio di Đalović contro gli allenatori italiani, ha dichiarato a Max Sport che il montenegrino Radomir Đalović ha conquistato gli italiani in dieci giorni. Nemmeno i partigiani nel 1943 hanno fatto così. Complimenti a lui e al Rijeka”. Una frase inaccettabile, che ha banalizzato, indirettamente, le scelte atroci del maresciallo Tito. “Purtroppo è difficile dire che chi pronunciava quelle parole non capiva cosa stesse dicendo – ha sottolineato il senatore di Fdi, Roberto Menia, fautore delle legge che ha istituito il Giorno del Ricordo - Purtroppo c'è chi è nostalgico di una certa storia, c'è chi continua a considerare Tito un grande eroe, chi lo considera un grande statista, chi lo considera tra l'altro il vincitore, chi ha consentito loro di avere quelle terre. Purtroppo con alcuni quella storia non passa e quindi non rinunciano a raccontare una certa storia, non rinunciano a fare l'apologia di chi sterminò gli Italiani, su chi ci infoibò, su chi si costrinse ad andare via per sempre”. Menia ha infine sintetizzato il proprio pensiero: “si tratta di un episodio inqualificabile, parole inqualificabili. Spero davvero che qualcuno glielo faccia comprendere, glielo faccia capire e sarebbe bello che da parte delle stesse autorità ci fosse una presa di posizione chiara e netta”.

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