
Sciopero show, l'Anm ingaggia comici e scrittori. Ma è rivolta contro le coccarde

Coccarde tricolore recapitate sulle scrivanie dei magistrati, il manifesto politico nei verbali delle udienze e la corsa ai testimonial alla Cetto La Qualunque. Sullo sfondo le ultime ore cruciali, con i telefoni roventi per la spasmodica opera di convincimento di quei magistrati che non ne vogliono a che sapere di aderire alla protesta contro la riforma della giustizia. Perché l’obiettivo delle toghe rosse è mettere sotto scacco il governo e l’Anm punta tutto sulla partecipazione allo sciopero di domani, tanto che nelle ultime settimane ha messo in atto una serie di escamotage per evitare il flop, tra cui perfino la schedatura dei "buoni" e dei cattivi, nonché la trovata di conteggiare tra i manifestanti anche i giudici che non vogliono perdere la giornata di paga. Flop che intanto è andato in scena anche alla Camera dei deputati, dove le opposizioni - che sostengono le proteste delle toghe rosse - hanno portato la mozione di sfiducia contro il Guardasigilli Carlo Nordio col pretesto del caso Almasri. L’Aula era quasi deserta. Presenti solo i politici di M5S, Pd e Avs che dovevano fare il loro intervento insieme a qualche compagno d’avventura. A dimostrazione di quanto loro stessi poco credano in ciò che fanno.
Tornando all’Anm, sebbene ieri il sindacato dei magistrati abbia preannunciato «un’ampia mobilitazione», il rischio astensione dalla piazza è alto. Giudici e pm che appartengono a quella maggioranza silenziosa. che bollano come «fascista» l’imposizione da sinistra della linea unitaria irrispettosa della libertà di scelta dei singoli, si sono sfilati dalla mobilitazione. Tra questi Luigi Bobbio, giudice al Tribunale di Nocera Inferiore ed ex pm antimafia, già da tempo nella lista dei "cattivi", visto il suo passato politico in Alleanza nazionale. «La mia risposta, su questa chat di magistrati del mio tribunale, alla domanda posta da un collega circa l’opportunità di aderire allo "sciopero" del 27 febbraio proclamato dall’Anm per interferire sulla riforma della separazione delle carriere», ha scritto il giudice Bobbio su Facebook, pubblicando lo screenshot della chat che, avvisa, «ovviamente è unica per giudici e pm», sottintendendo il binomio tra accusa e giudice «terzo». La sua risposta è lapidaria: «Io non aderisco nemmeno se mi sparano. E la schedatura fatta con il modulo di adesione mi fa solo imbestialire di più». Il togato fa riferimento alla richiesta dell’Anm ai colleghi, che vi abbiamo rivelato su Il Tempo, di compilare un documento di adesione alla protesta, con l’anagrafica e l’ufficio di appartenenza, e inviarlo alla segreteria, per poter così schedare anche chi non partecipa alla battaglia politica. E che, di fronte al flop delle adesioni, ha tirato fuori un altro asso nella manica: consentire alle toghe di risultare «scioperanti» ma di essere pagate comunque, sfruttando «i servizi essenziali» e le udienze con imputati detenuti. Sempre Bobbio ha pubblicato il modulo dello sciopero, con il seguente messaggio scritto di suo pugno: «Comunico che essendo impegnato in una delle attività indifferibili e urgenti previste dal codice di autoregolamentazione, sarò, comunque, in servizio». E scrive: «Sciopero... senza scioperare! Questi davvero non stanno bene. Comunque il 27 venitemi a trovare. Sarò regolarmente in udienza e vi offrirò un caffè #iononsciopero».
Neppure il pm di Roma, Gennaro Varone, domani scenderà in piazza per uno sciopero che ha definito «oltraggioso», come ha annunciato in un duro botta e risposta nella mailing list dell’Anm, teatro nelle ultime settimane di una divisione interna alla giurisdizione. Intanto il sindacato ha fatto recapitare negli uffici giudiziari le coccarde tricolore che gli scioperanti dovranno indossare sulla toga, con la Costituzione in mano, durante la protesta organizzata in tutta Italia. Roma sarà il fulcro, con un flash mob alla Cassazione e poi un’assemblea pubblica in cui il presidente Cesare Parodi sarà affiancato dallo scrittore Gianrico Carofiglio. Ma lo show più caratteristico andrà in scena in Liguria, dove il dibattito sarà aperto dal comico Antonio Albanese. «Che ha interpretato "Cetto La Qualunque. Ognuno sceglie i suoi simboli. Alcuni si ispirano ai grandi giuristi, altri a Cetto», ha detto il capogruppo di FI al Senato Maurizio Gasparri. A Napoli, infine, interverrà allo sciopero delle toghe lo scrittore Maurizio De Giovanni, quel saggio del Pd che sostiene che la premier Meloni è «politicamente un maschio» e ha «idee maschiliste». Insomma, uno show-pero per tutti.
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