il campo largo esplode
Due anni di Schlein leader Pd e non sentirli. Meloni vola sopra il 30 per cento

Tecnicamente si chiama tanatosi. È la sindrome di sopravvivenza che determina i comportamenti di molti animali di fronte a scelte difficili o a situazioni di pericolo. Per togliersi d’impiccio, in pratica simulano la morte, per disorientare eventuali predatori. Esattamente quello che fa Elly Schlein da due anni, ovvero da quando il 26 febbraio ‘23 vinse le primarie dem, smentendo le previsioni della vigilia e mandando fuori strada Stefano Bonaccini, il fidanzato affidabile e triste, scaricato per una scavezzacollo. E per le prime settimane, Elly è stata di parola: ufficializza l’armocromista, santifica le vacanze, balla sul carro del Gay Pride, interpreta Zombie suonando la chitarra a una festa dell’Unita’, una specie di Renzi, però in versione gruppettara. Se il leader di Italia Viva faceva notizia andando da Maria De Filippi con il chiodo, lei va a cena con Claudio Baglioni, Paolo Sorrentino e Carlo Verdone con quella che diventa la sua divisa: sneakers bianche, blazer inappuntabile su camicia coloratissima, con gli occhiali da sole appoggiati sulla testa. Le novità finiscono qui, perché in realtà l’imprevista Elly con il tempo assume una netta caratterizzazione. Si finge morta, come ha ironizzato Carlo Calenda. Una tecnica esibita anche la settimana scorsa. Giuseppe Conte si riscopre estimatore di Donald Trump, la minoranza, da Simona Malpezzi ad Alessandro Alfieri, si infiamma. E lei mentre la polemica si arroventa, fa perdere le tracce. E consiglia ai suoi fedelissimi di fare altrettanto. Dov’è Elly?, diventa così il tormentone che accalora le redazioni politiche, insomma lo stravagante caso della segretaria del Pd che per risolvere i problemi, fa finta che non esistano.
Quando decide di ricomparire, la situazione è già magicamente risolta, «ho visto che Conte ha chiarito», ha sussurrato Elly nella tana del lupo, sulla Nove, a casa di Marco Travaglio, che è un po’ il ghost writer del leader 5 Stelle. D’altra parte la segretaria del Pd ha acquisito un altro merito, per un po’ ha silenziato la minoranza con l’antichissima ricetta della nonna, il bastone e la carota. E ha spedito i più "rissosi" al confino di Bruxelles, dove a guidare la ‘sommossa’ sono Pina Picierno e Giorgio Gori. A Roma i sodali di Stefano Bonaccini, l’usato sicuro chiamato a fare un passo indietro dalla sua corrente, Energia popolare, temono che l’inquilina del Nazareno passi dal bastone alla "purga" e li epuri dalle liste elettorali del ‘27. Motivo per cui, il ventre molle del partito è tornato a concentrarsi sulla sua specialità: creare correnti. Hanno raggiunto il numero di 10, e prevalentemente sono riconducibili alla stessa area di sostenitori di Elly Schlein, la segretaria che aveva fatto una proposta da marinaio: «le scioglierò tutte». Previsioni per il futuro? La tanatosi che affligge Elly Schlein di fatto incoraggia le sbandate del M5S, che sanno di averla fatta prigioniera, "on può fare a meno di noi", sussurrano beffardi da via di Campo Marzio. Il campo largo, con le sue mille divisioni, è costretto ad andare avanti (la paura di trovarsi soli come capitò ad Enrico Letta), nonostante Lorenzo Guerini e Paolo Gentiloni anche ieri abbiano ribadito che «Giuseppe Conte è lontanissimo da noi». La soluzione, chi lo avrebbe detto, l’ha messa a disposizione Matteo Renzi, l’antico "nemico", oggi diventato utilissimo suggeritore, «chi se ne importa della politica internazionale». L’uovo di Colombo perfetto per andare incontro a un altro disastro elettorale. Quello prefigurato dall’ultimo sondaggio di Swg per Enrico Mentana: Fratelli d’Italia al 30,2% ed il Pd distanziato al 22,2%, insomma buonanotte sognatori. In quel caso comunque Elly avrebbe già la risposta pronta: alzare gioiosamente il vessillo della non vittoria. Però con le immancabili sneakers bianche a marcare la differenza.