
Ue, ora il Pse nega pure le Foibe. Imbarazzo Pd e scoppia il caso

C’è davvero troppa ideologia che impedisce di costruire, anche a livello europeo, una memoria condivisa. E per paradosso, ciò avviene per responsabilità di coloro che vanno predicando l’uguaglianza, la tolleranza, la società pacificata. Nove eurodeputati socialisti sloveni e croati hanno scritto alla presidente dell’Assemblea, Roberta Metsola, per chiedere la cancellazione della mostra sulle foibe che i colleghi di Fratelli d’Italia hanno promosso nella sede di Strasburgo. Si tratta di un’iniziativa realizzata con il supporto di quelle associazioni che, da sempre, si occupano di difendere la verità storica sulla persecuzione degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia a opera dei comunisti titini, e cioè l’Anvgd e il Comitato 10 Febbraio.

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Secondo gli esponenti socialisti in questione, la mostra ha un contenuto «preoccupante» e «controverso». E aggiungono: «La verità storica è, nonostante le affermazioni della suddetta mostra, molto chiara: l’Istria, la costa croata, la Dalmazia e le isole dell’Adriatico sono state liberate dal potere delle proprie armi, dall’adesione volontaria di massa alle brigate partigiani e alla volontà del popolo». Poi aggiungono: «È assolutamente scandaloso che una piccola minoranza di individui, spinti dal desiderio di dividere e diffondere chiaramente l’odio, abbia avuto l’opportunità di presentare manipolazioni nell’istituzione centrale dell’Unione Europea: il Parlamento». Un affondo aspro e divisivo, su cui il centrodestra ha risposto in modo molto compatto. A partire da Fratelli d’Italia. Carlo Fidanza, capodelegazione all’Europarlamento, nota che l’iniziativa dei socialisti sloveni e croati è «una pagina molto buia per il Parlamento europeo». Il copresidente del gruppo Ecr, Nicola Procaccini, afferma: «Pensavamo che il dolore e le sofferenze di migliaia di italiani del confine orientale, causati dalle violenze dei comunisti titini, fossero una pagina di storia acquisita alla memoria comune». Invece, sottolinea, «fa male constatare come tutto questo sia oggi messo in discussione dagli europarlamentari del gruppo Socialista».

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A difesa dell’iniziativa si schiera il resto del centrodestra. Da Forza Italia, la coordinatrice regionale del Friuli e viceministro all’Economia Sandra Savino parla di «atto grave che colpisce non solo la memoria italiana, ma anche la verità storica riconosciuta a livello europeo». Strali anche dalla Lega, con Susanna Ceccardi: l’istanza dei socialisti croati e sloveni, sottolinea, è un «affronto alla dignità delle persone che hanno sofferto e sono morte in quelle tragedie». E così su consuma l’ennesimo film di un nodo ancora irrisolto nella sinistra, in Europa come in Italia. Un nodo dove si intrecciano ideologia e doppia morale. Uno dei tanti esempi riguarda, per dire, il capo di Gabinetto (a quanto risulta dal sito) della sindaca di centrosinistra di Perugia Vittoria Ferdinandi. Costui, tale Andrea Ferroni, anni addietro in occasione del Giorno del Ricordo scrisse su Facebook (più volte) un eloquente Viva il Maresciallo Tito! Confidiamo in un ravvedimento democratico nel corso del tempo. Ma a parti invertite, cosa sarebbe accaduto?

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