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Almasri, Sisto contro l'ex pg Salvi: "Basta con la caccia all'untore"

Giulia Sorrentino
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Il caso Almasri continua a far discutere e a parlare sono soprattutto ex magistrati che attaccano l’esecutivo. Tra questi c’è Giovanni Salvi, 72 anni, ex Procuratore generale di Cassazione che, in un’intervista rilasciata a Repubblica si è espresso così: «Demolire il “nemico” con il fango? L’avevamo già visto con Berlusconi. Dai calzini del giudice Mesiano in poi. Ma c’è, di nuovo, c’è la pervasività dei social. La notizia in 5 righe va a reti unificate, trattandosi del premier: e consegna una verità rapida e chiusa. Mezzi vecchi e aspetti nuovi: un meccanismo molto pericoloso».

 

 

 

Abbiamo chiesto una replica al viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto: «Credo che da parte di una certa magistratura, soprattutto se politicamente schierata, ci sia sempre una sorta di “dalli all’untore”. Credo che, invece, con molta pacatezza, bisogna dire che la Premier Meloni ha soltanto denunciato una situazione di insostenibile disagio nei confronti, in questo periodo in particolare, di quella magistratura che non rispetta l’articolo 101 e per cui le leggi le scrive il Parlamento e i giudici le applicano. Basterebbe solo questo per comprendere come di fronte a un percorso parlamentare già avviato, con un’approvazione da parte della Camera, della Riforma si possa certo esprimere la propria opinione, per carità, ma non pretendere di intervenire nei percorsi formativi delle leggi. Così si disconoscono i rispettivi ruoli, con il rischio di un corto circuito istituzionale», ha detto.

 

 

«Quanto alle osservazioni dell’ex procuratore Salvi, direi che sono un po’...vintage. Appartengono cioè ad una magistratura che si sente sempre in trincea, che vede la politica come un ring su cui battersi, un luogo di sospetto per il sospetto e che, sotto sotto, se ne sente il controllore etico. Una posizione da criticare e drasticamente: se qualcuno si sente superiore "per concorso" alla politica, basterà rammentare che i cittadini, per rappresentarli, scelgono i parlamentari, non certamente i magistrati, che restano, nel loro fondamentale ruolo per Costituzione, soggetti "soltanto alla legge". Nelle parole dell’ex procuratore generale appare farsi strada un'idea di servizio - giustizia autoreferenziale e lontana anni luce dal check and balance disegnato dai Padri Costituenti, nell'interesse specifico ed esclusivo del cittadino. Se ring deve essere, almeno evitiamo i pugni sotto la cintura (della Costituzione)», ha aggiunto. 

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