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Zaia, Fontana e Fedriga: il rischio strappo Lega-FdI. Si scalda il fronte del Nord

Christian Campigli
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I territori simboli del più importante movimento federalista italiano. Una battaglia tutta interna al centrodestra. Il fronte del Nord, a trazione Lega, affila le armi e si prepara a dar battaglia. È stato il governatore Luca Zaia ad incendiare i toni, rivolgendosi, in modo molto esplicito, agli alleati di Fratelli d’Italia. «Il blocco al terzo mandato è un’anomalia tutta nostra e che riguarda un centinaio di sindaci e alcuni governatori, compreso il sottoscritto. La motivazione è: così si evita che si creino dei centri di potere. Cosa che però non vale per esempio per deputati, senatori e ministri e tanti altri incarichi istituzionali. Trovo assurdo e inaccettabile che si utilizzi questa motivazione dei centri di potere, ma ancora peggio che tali osservazioni arrivino da gente che è 30 anni che sta in Parlamento». Parole di fuoco, quelle pronunciate ieri dal presidente della Regione Veneto a proposito del terzo mandato e della dialettica interna alla coalizione dei conservatori in vista delle prossime elezioni regionali.

 

 

 

«La mia non candidatura farà felice un sacco di persone, ma i cittadini veneti si sono già espressi in maniera inequivocabile ha ribadito il nativo di Conegliano I veneti devono essere gli attori protagonisti della prossima legislatura, è impensabile che arrivi qui uno e dica sono io il candidato. Ho sempre avuto un approccio da amministratore delegato e per prima cosa vengono il Veneto e i veneti, poi la Lega che è il mio partito e io sono sempre stato un uomo di squadra». Ma è nella seconda parte del suo discorso, che il riferimento al partito guidato da Giorgia Meloni è diventato diretto, esplicito. «Che Fratelli d’Italia chieda il governo della Regione non è un atto di lesa maestà ma bisogna capire quale sarà il punto di caduta di tutto questo. Non mi pare che questa Regione sia stata governata male finora, ma se qualcuno dice che non è stata governata bene, allora è giusto che le strade si separino. Come diceva Eduardo de Filippo: prima adda passà "a nuttata. Ora siamo in una fase nella quale tutti parlano, ma poi ognuno deciderà cosa fare del proprio futuro- ha concluso Zaia - Lo farà la Lega e lo farò anch’io. Non auspico per forza di cose una corsa in solitaria, occorre fare sintesi delle diverse posizioni ma ritengo fondamentale che prima di tutto vengano ascoltati i veneti, e mi pare assurdo non farlo. Non faccio battaglie ma rimango convinto che sia sbagliato calare nomi dall’alto".

 

 

 

Il Carroccio, non da oggi, vorrebbe l’abolizione della norma che impedisce ai governatori di candidarsi a caccia di un terzo mandato. Una posizione antitetica a quella degli alleati: il ministro per i rapporti col Parlamento, Luca Ciriani (FdI), pochi giorni fa, commentando la decisione dell’esecutivo di impugnare, davanti alla Corte Costituzionale, la legge regionale che consentirebbe a Vincenzo De Luca di ricandidarsi, è stato perentorio: «Non abbiamo paura di nessuno. Vanno rispettati gli elettori, però anche le leggi. Non abbiamo voluto fare né un favore a Schlein né al centrodestra. Cinicamente avremmo potuto lasciare la legge che c’è, spaccare il centrosinistra con la candidatura di De Luca e aumentare le nostre chance di vittoria. Ma la prospettiva sarebbe stata il caos istituzionale. Serve serietà». Pur con toni meno accesi, anche in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia il tema delle future elezioni ha acceso il dibattito. I mandati di Massimiliano Fedriga e Attilio Fontana scadranno più tardi, nel 2028.

 

 

 

Ma il tema è già all’ordine del giorno (il Veneto andrà al voto già a ottobre). La Lega vorrebbe ancora dare le carte e decidere il nome dei futuri presidenti, Forza Italia e FdI sostengono che, numeri alla mano, i tempi di un Nord a tinte verdi unite non è più attuale. «Ribadisco che è un errore impugnare la legge regionale della Campania – ha affermato il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana - Proprio perché c’è un’elezione diretta, massima espressione di democrazia, credo che sia un motivo in più per dire che il terzo mandato è giusto». Una polemica su cui, in serata, è intervenuto anche il senatore di FdI, Luca De Carlo: «Non è mai una buona idea adeguare le leggi alle esigenze contingenti. Riguardo la scelta del futuro candidato alle elezioni regionali del Veneto siamo sicuri che il centrodestra si farà trovare pronto all’appuntamento scegliendo, come è accaduto in passato, il miglior profilo in grado di rappresentare i veneti». 

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