reazioni e indagini
Ramy, i genitori gelano la sinistra: "Giustizia senza divisioni politiche"
«Condanniamo fermamente tutte le forme di violenza e vandalismo avvenute durante le manifestazioni delle ultime ore». È quanto scrive, in una nota, la famiglia di Ramy Elgaml, il 19enne del quartiere Corvetto di Milano, morto lo scorso 24 novembre in scooter durante un inseguimento con i carabinieri nel capoluogo lombardo. «Perdere Rami - viene sottolineato - è per noi un dolore grande, indescrivibile. Il nostro unico desiderio è che la giustizia sia fatta senza alcuno sfruttamento o manipolazione. Siamo profondamente rattristati e preoccupati nell'apprendere che il nome di Ramy viene utilizzato come scusa per atti di violenza».
«Noi, la famiglia Ramy Al-Jamal, vorremmo esprimere in modo chiaro e fermo la nostra posizione riguardo agli eventi che hanno seguito la tragedia che ci ha colpito con la perdita del nostro caro figlio Rami - si legge ancora nella nota della famiglia - Crediamo che la memoria di Ramy deve essere un simbolo di unità, non di divisione o distruzione. Invitiamo tutti coloro che desiderano onorare la sua memoria a farlo in modo pacifico e costruttivo, attraverso il dialogo e il rispetto reciproco. Dichiariamo inoltre il nostro totale rifiuto di qualsiasi uso politico del nome di nostro figlio. Ramy era un giovane pieno di vita, amato dalla sua famiglia e dai suoi amici, e non vogliamo che la sua personalità venga sfruttata per fini che non hanno nulla a che vedere con la verità della nostra richiesta, che è ottenere giustizia. Confidiamo pienamente che la magistratura e le forze di sicurezza affrontano la loro parte per raggiungere giustizia ed equità. Chiediamo a tutti di rispettare il nostro dolore e di unirci a noi nella ricerca di un percorso che conduca alla vera giustizia, senza odio, senza violenza e senza divisioni».
Intanto verrà inviata questa mattina alla Procura della Repubblica di Roma una prima informativa di reato sugli scontri con la polizia che si sono verificati l'altro ieri sera in piazza dei Sanniti, nel quartiere romano di San Lorenzo, durante il corteo, non autorizzato, per Ramy. Durante i tafferugli, sono stati lanciati alcuni ordigni esplosivi contro i mezzi della polizia e sono rimasti feriti 8 agenti. La, a cui hanno partecipato circa 300 persone, era stata organizzata in simultanea manifestazione con quelle che si stavano svolgendo a Bologna, Brescia e Milano, organizzate dal Coordinamento antirazzista italiano, a cui hanno preso parte collettivi autonomi, centri sociali e gruppi studenteschi aderenti a singolo diverso. La carica di respingimento è stata ordinata direttamente dal questore di Roma, Roberto Massucci, per tutelare i poliziotti. Gli investigatori della Digos, coordinati dal pm romani, stanno visionando i filmati della polizia scientifica per individuare e risalire ai responsabili del lancio di bombe carte e bottiglie. Nelle prossime ore potrebbero esserci già dei fermi. Nella notte sono stato effettuare alcune perquisizioni.