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Usa, lo sgambetto di Trump a Starmer: vedrà prima Giorgia Meloni

Alessandra Zavatta
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Essere il primo ad incontrare il nuovo presidente degli Stati Uniti è senza dubbio un onore. Un onore che in genere è riservato al premier britannico. Condividendo Washington e Londra un passato comune e la vittoria nella Seconda guerra mondiale che ha liberato l’Europa (e il mondo) dal nazismo. Ma questa volta il protocollo potrebbe non essere rispettato. E la prima a varcare la soglia della Stanza Ovale potrebbe essere lei, Giorgia Meloni, primo ministro di un Paese, l’Italia, che quel conflitto l’ha perso ma ha saputo ricostruire un solido rapporto di alleanza e amicizia con gli Usa. Al numero 10 di Downing Street, rivela il quotidiano «The Guardian», Keir Starmer «trema». Teme di perdere quest’onore. Una figuraccia internazionale! Tanto che il Foreign Office è già al lavoro per convincere, persuadere, limare e casomai far fronte allo smacco che verrà. Consigliando al capo del governo inglese «una risposta che salvi la faccia nel caso in cui dovesse finire in fondo alla lista».

 

«Donald Trump e il suo scagnozzo Elon Musk trattano i più vecchi alleati dell’America come nemici», tuonano i giornali d’Oltremanica. Il nuovo presidente «potrebbe favorire i leader di destra rispetto a Starmer». La realtà potrebbe essere un po’ diversa. A parte che le tradizioni sono fatte per essere rotte. La premier italiana Giorgia Meloni è stata invitata all’insediamento di Donald Trump il 20 gennaio prossimo ma non è ancora detto che nella serie di incontri programmati dopo il giuramento sia proprio lei ad entrare per prima alla Casa Bianca anche se, secondo i pronostici, sarebbe in pole position insieme al primo ministro ungherese Viktor Orbán che dal 2010 guida un governo di centrodestra e, come Trump, è favorevole a ricercare un accordo che metta fine alla guerra tra Russia e Ucraina.

«Beauty parade» viene definita la sfilata di Capi di Stato e di governo alla Casa Bianca per impostare, mantenere, migliorare i rapporti con gli States nel quadriennio che andrà ad incominciare. Nessuno sa cosa farà Trump ma negli ambienti diplomatici ben pochi si sorprenderebbero se incontrasse prima Meloni oppure Orbán «dato che sono di destra e nei circoli vicino al neopresidente si è già parlato diquesto terribile governo socialista di Starmer». Anche Peter Ricketts, ex ambasciatore del Regno Unito a Parigi, crede che Trump potrebbe preferire di vedere prima i capi di governo di Italia e Ungheria. L’Anglosfera che si ritiene progressista etichetta Giorgia e Viktor quali «populisti».

 

«Alleati fedeli» li ritiene invece The Donald. Nel 2017, al debutto del primo mandato, rispettò la tradizione e ricevette avanti a tutti la premier del Regno Unito Theresa May. Lei voleva ottenere dal nuovo presidente una dichiarazione a sostegno della Nato e metterlo in guardia sull’eccessiva vicinanza a Vladimir Putin. May in quel momento era comunque a capo dei Tory, simili negli ideali al Partito repubblicano statunitense. Starmer rappresenta l’opposto. Il 4 luglio scorso ha portato i laburisti a Dowing Street dopo 14 anni all’opposizione ma già a settembre i sondaggi lo relegavano ad un impietoso 26% come gradimento presso i sudditi di re Carlo. Un alto diplomatico britannico ha sottolineato che «se a Starmer verrà concessa udienza dovrà usare toni soft né chiedere troppo». La leader di Fratelli d’Italia la scorsa settimana ha incontrato Trump nella tenuta di Mar-a-Lago, in Florida, e lui l’ha elogiata: «Sono qui con una donna fantastica! Ha davvero preso d’assalto l’Europa».

 

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