veleni rossi

Gli arcifascisti tra violenza e odio. Meloni: "Ignobile". E per Schlein è colpa della destra

Tommaso Manni

La premier Giorgia Meloni stigmatizza le violenze contro le forze dell’ordine durante il corteo a Roma per Ramy. «Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, ieri sera a Roma abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa bensì per puro spirito vendicativo. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza. Alle forze dell’ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte».
Le fa eco il presidente del Senato Ignazio La Russa. «Nessuna giustificazione, nessuna tolleranza è ammissibile per questi episodi, che purtroppo continuano a ripetersi con preoccupante regolarità».

Mentre parla di «comportamenti intollerabili e da condannare con fermezza» il presidente della Camera Lorenzo Fontana. La vicinanza alle forze di polizia arriva in realtà da tutto lo schieramento politico, ma la Lega si affretta ad inserire tra i responsabili i «messaggi sbagliati» e «l’atteggiamento irresponsabile e ideologico» da parte «della sinistra». «Criminali rossi assaltano le Forze dell’Ordine a Roma e vandalizzano la sinagoga di Bologna. Scene indegne e vergognose. Sempre dalla parte di donne e uomini in divisa!», scrive sui social il vicepremier e leader della Carroccio Matteo Salvini.

  

 

Alle polemiche risponde Elly Schlein. «Tutta la solidarietà del Partito Democratico che condanna sempre ogni atto violento», dice chiaro la segretaria dem che chiede «unità» alle istituzioni e replica: «La destra che governa la smetta di fare politica su queste violenze e sostenga invece i sindaci nel contrastarle, gli stessi sindaci cui chiedono di garantire sicurezza proprio mentre tagliano miliardi di euro agli enti locali».

La partita ora si sposterà in Parlamento. In Senato, infatti, riprenderà nei prossimi giorni l’esame del ddl sicurezza. Il Governo ha aperto ad alcune modifiche a palazzo Madama e, di conseguenza, a una terza lettura alla Camera. Sul tema il Governo lavora a nuovi interventi. Lo ha detto Meloni nel corso della conferenza stampa di inizio anno, lo ribadisce il ministro della Difesa Guido Crosetto: «Dobbiamo immaginare interventi legislativi che tutelino ancor di più le nostre forze dell’ordine nello svolgimento del loro lavoro. Così come è in tutte le nazioni democratiche. Non capisco come possano esserci persone, forze politiche e vari fiancheggiatori da salotto - attacca - che cercano ogni occasione per mettere le forze di polizia o le forze armate sul banco degli imputati, anche se hanno solo fatto il loro dovere».

 

Una riflessione su nuove norme, viene riferito, è in atto. Quella di inserire le novità nel provvedimento già all’esame del Parlamento «è un’ipotesi», anche se non vengono esclusi altri ’veicoli legislativì. Il Carroccio, in realtà, è da sempre contrario a modifiche e oggi ribadisce il messaggio agli alleati: «Per la Lega è fondamentale approvare subito e senza modifiche il Ddl Sicurezza», dice Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno. Chiede uno sprint FI: «Bisogna accelerare l’approvazione del disegno di legge sulla sicurezza superando ogni forma di ostruzionismo e mettendo all’angolo alcune argomentazioni pretestuose, che talvolta vengono attribuite a vari ambiti istituzionali - dice chiaro - Chiederò, come Capogruppo, nelle prossime ore di passare direttamente in Aula per la discussione» del provvedimento. «Il governo non approvi nuove leggi repressive che trasformerebbero il nostro Paese in uno stato di Polizia», la replica, da Avs, di Angelo Bonelli.

Neanche il tempo di metabolizzare le violenze di piazza che arriva il video dell’Arci in cui, durante un karaoke, due giovani intonano una versione alternativa del brano «Sere nere» di Tiziano Ferro. La parodia è scontata: «Camicie nere. Giorgia Meloni e Salvi(ni) il Ventennio è già qua». E ancora: «Li famo neri, perché i fasci devono morire a testa in giù». E per non farsi mancare niente arriva il solito Chef Rubio che sui social scrive: «Quindi sono ignobili i disordini, le manifestazioni, il dissenso, le proteste che non portano nessun morto, ma non lo sono abusi e omicidi di forze dell’ordine. Singolare come metro di giudizio, non trovi Giorgia Meloni?». D’altrone Rubio non è nuovo a commenti del genere, solo che in un momento come questo forse si poteva anche evitare.