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Scontri Ramy, Meloni condanna le violenze. Nuove misure a tutela degli agenti

Diventano un caso politico gli scontri avvenuti a Roma tra manifestanti e forze dell'ordine al corteo di solidarietà per Ramy, il giovane egiziano morto durante l'inseguimento delle forze di polizia a Milano e gli atti vandalici alla sinagoga di Bologna. Parla di "ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo" Giorgia Meloni. "Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza", scrive sui social la premier, che manifesta solidarietà agli agenti feriti. "Nessuna giustificazione, nessuna tolleranza è ammissibile per questi episodi, che purtroppo continuano a ripetersi con preoccupante regolarità", le fa eco il presidente del Senato Ignazio La Russa mentre parla di "comportamenti intollerabili e da condannare con fermezza", il presidente della Camera Lorenzo Fontana.

La vicinanza alle forze di polizia arriva in realtà da tutto lo schieramento politico, ma la Lega si affretta ad inserire tra i responsabili i "messaggi sbagliati" e "l'atteggiamento irresponsabile e ideologico" da parte "della sinistra". "Criminali rossi assaltano le Forze dell'Ordine a Roma e vandalizzano la sinagoga di Bologna. Scene indegne e vergognose. Sempre dalla parte di donne e uomini in divisa!", scrive sui social il vicepremier e leader della Carroccio Matteo Salvini. 

  

 

Alle polemiche risponde Elly Schlein. "Tutta la solidarietà del Partito Democratico che condanna sempre ogni atto violento", dice chiaro la segretaria dem che chiede "unità" alle istituzioni e replica: "La destra che governa la smetta di fare politica su queste violenze e sostenga invece i sindaci nel contrastarle, gli stessi sindaci cui chiedono di garantire sicurezza proprio mentre tagliano miliardi di euro agli enti locali".

 

La partita ora si sposterà in Parlamento. In Senato, infatti, riprenderà nei prossimi giorni l'esame del ddl sicurezza. Il Governo ha aperto ad alcune modifiche a palazzo Madama e, di conseguenza, a una terza lettura alla Camera. Sul tema il Governo lavora a nuovi interventi. Lo ha detto Meloni nel corso della conferenza stampa di inizio anno, lo ribadisce il ministro della Difesa Guido Crosetto: "Dobbiamo immaginare interventi legislativi che tutelino ancor di più le nostre forze dell'ordine nello svolgimento del loro lavoro. Così come è in tutte le nazioni democratiche. Non capisco come possano esserci persone, forze politiche e vari fiancheggiatori da salotto - attacca - che cercano ogni occasione per mettere le forze di polizia o le forze armate sul banco degli imputati, anche se hanno solo fatto il loro dovere". Una riflessione su nuove norme, viene riferito, è in atto. Quella di inserire le novità nel provvedimento già all'esame del Parlamento "è un'ipotesi", anche se non vengono esclusi altri 'veicoli legislativi'. Il Carroccio, in realtà, è da sempre contrario a modifiche e oggi ribadisce il messaggio agli alleati: "Per la Lega è fondamentale approvare subito e senza modifiche il Ddl Sicurezza", dice Nicola Molteni, sottosegretario all'Interno. Chiede uno sprint FI: "Bisogna accelerare l'approvazione del disegno di legge sulla sicurezza superando ogni forma di ostruzionismo e mettendo all'angolo alcune argomentazioni pretestuose, che talvolta vengono attribuite a vari ambiti istituzionali - dice chiaro - Chiederò, come Capogruppo, nelle prossime ore di passare direttamente in Aula per la discussione" del provvedimento. "Il governo non approvi nuove leggi repressive che trasformerebbero il nostro Paese in uno stato di Polizia", la replica, da Avs, di Angelo Bonelli.