Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Salvini, alla sinistra non resta che attaccarlo sui guasti dei treni

Pietro De Leo
  • a
  • a
  • a

Quando si tratta di unire le artiglierie per bersagliare un componente del governo, a sinistra il campo non è largo, ma larghissimo. Ieri il pantografo di un treno ha causato un danno alla linea aerea alla Stazione Centrale di Milano causando, a cascata, ritardi drammatici nella circolazione un po’ in tutto il Paese. A chiamare alla responsabilità politica per un fatto del genere ce ne vuole, un po’ come accadde per il famoso chiodo piantato male durante un’operazione di manutenzione alla stazione Termini, qualche mese fa. E siccome a sinistra si supera ogni confine dell’oggettività delle cose, ecco che quanto accaduto si trasforma nel processo mediatico dove sul banco degli imputati viene fatto accomodare, ovviamente, il ministro dei trasporti Matteo Salvini.

 

 

«Ritardi e cancellazioni anche oggi. Trenitalia suggerisce di evitare spostamenti - scrive la segretaria Pd Elly Schlein -. E intanto l’unico spostamento che interessa il ministro Salvini è il suo, al ministero dell’Interno». I capigruppo Dem, Chiara Braga e Francesco Boccia, si spingono addirittura a tirare in ballo la Carta fondamentale: «È inaccettabile che un Ministro della Repubblica limiti l’esercizio di un diritto costituzionale». E aggiungono: «Chiediamo che il ministro Salvini torni a occuparsi del trasporto pubblico, trovi le risorse per potenziare le infrastrutture ed eventuali interventi straordinari». Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte accusa, rivolto al vicepremier: «Forse si è perso con lo sguardo per aria, alla ricerca dei satelliti di Musk da sponsorizzare. Dovrebbe invece avere lo sguardo ben saldo sulle nostre stazioni ferroviarie». Secondo il leader dei Verdi Angelo Bonelli, invece, «la premier Giorgia Meloni dovrebbe seriamente pensare di dimissionare Salvini, il peggior ministro dei trasporti di sempre». Il fondatore di Italia Viva Matteo Renzi, in occasione della kermesse organizzata per il suo cinquantesimo compleanno, ironizza: «I treni da Milano sono bloccati per un guasto e hanno più di un'ora di ritardo. Si vede che Salvini è rientrato a tempo pieno al Ministero».

 

 

Dunque, un fuoco di fila straordinariamente coeso, considerando gli scollamenti frequenti dell’opposizione sui temi sostanziali. A cui ha risposto il Ministero, con una nota: «Decenni di disinteresse, mancati investimenti: così, oggi, ci ritroviamo in un'Italia con una grave carenza di infrastrutture che spiega i fatti delle ultime ore», scrivevano ieri da Porta Pia. E ancora «da due anni con Matteo Salvini al Mit, sono stati moltiplicati gli sforzi per invertire la tendenza, soprattutto sulla rete ferroviaria, nonostante burocrazia e scioperi a raffica proclamati dai sindacati di sinistra». E aggiungono: «Rispetto al 2023, l’anno appena trascorso ha fatto segnare un incremento di treni in circolazione e passeggeri (+2%): parliamo di ben mezzo miliardo di cittadini a bordo di Frecce, Intercity e Regionali. Il tutto su linee iper-utilizzate (9mila treni al giorno solo su rete Rfi) e che spesso hanno accusato e accusano problemi di “vecchiaia”». Poi la frecciata, con uno sguardo alla storia degli ultimi anni: «A sinistra non credevano neppure nel Mose o nella ricostruzione record del Ponte Morandi, crollato per mancata manutenzione di cui la sinistra, compresi i suoi premier e i suoi ministri, non si era accorta».

Dai blog