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Da Prodi a Mr Tasse Ruffini fino a Gentiloni: prove tecniche di Margherita bonsai

Aldo Rosati
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Tra «aggiungi un posto a tavola» e «cerco un centro di gravità permanente», una chimera. Che suscita clamore (mediatico) e richiama una pletora di intrepidi esploratori, ingolositi dall’impresa memorabile. D’altra parte nel campo largo il centro sta diventando un vero e proprio talismano, l’oggetto proibito dei desideri, tanti lo cercano ma nessuno sa se esista per davvero. "Quel 2/3% che serve ad Elly Schlein per superare Giorgia Meloni", ha spiegato ieri uno dei massimi esperti del settore, Matteo Renzi, dal teatro fiorentino Cartiere di Carrara, con quel tono che hanno i provetti cacciatori quando insegnano ai novelli come si bracca una preda. Tra tentativi falliti sul nascere, e nuove prove in laboratorio, c’è una data segnata in rosso sul calendario: il doppio appuntamento di sabato prossimo, i cattolici riuniti a Milano con Comunità democratica (Ruffini, Prodi, Delrio), i liberali ad Orvieto (Gentiloni e Ceccanti). In pratica l’embrione di una nuova Margherita bonsai: affiancarsi al radicalismo gruppettaro di Elly Schlein, ed attrarre quell’elettorato moderato che il Nazareno non riesce ad attrarre. Ed in un secondo momento convincere la segretaria dem che è preferibile tentare la sorte con un nome diverso dal suo. Un "nuovo" Romano Prodi, a cui la sinistra dovrebbe far ricorso, per vincere le elezioni.

 

 

Intanto i due appuntamenti del 18 gennaio avranno un "ponte" comune: Giorgio Tonini e Pierluigi Castagnetti parleranno in simultanea ad entrambi i convegni. I due tronconi infatti dovranno trovare il modo di unirsi, ed investire su un leader, che ci metta la faccia. Come avvenne con l’allora sindaco di Roma Francesco Rutelli, candidato Premier nel 2001 (e sconfitto da Silvio Berlusconi). Un nome ci sarebbe già, quello dell’ex direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini, buone entrature al Vaticano (grazie al fratello Paolo, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede), prosopopea perfetta per chi ambisce ad esibire radici nella sinistra democristiana. "È la minoranza che innesca un cambiamento, nella storia è sempre stato cosi" ha detto ad esempio ieri il tributarista per la prima lezione del nuovo anno di Polity Design, la Scuola di classe dirigente cattolica nazionale riconosciuta dalla Cei, a Caserta.

 

 

Un parallelo con la lotta al fascismo condito così: "L’uguaglianza è un modo come un altro per ricordarci perché siamo una comunità, perché siamo un Paese. E l’uguaglianza, per la Costituzione, ci riporta indietro nel tempo, a quando quel principio è stato scritto". Insomma chi ha orecchie per intendere, intenda. Ruffini continua a smentire un suo interessamento alla politica: "In Italia il modo migliore per restare soli è fondare un partito", ma si muove già come il prescelto. E dire che mister Fisco parte con un forte inciampo, come ha fatto notare con una certa perfidia Renzi: "Prima di parlare del suo nome, bisogna parlare di tasse". Insomma avvistamenti, voci, ma nessuna certezza, la "preda" è ancora irrintracciabile.

 

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