i rosiconi

Cecilia Sala e la caduta degli dei rossi: da Schlein a Prodi, tutti i guru che ritenevano inutile il viaggio di Meloni

Conte Max

Madamini e madamine, il catalogo è questo. Catalogo de che? Dei guru della sinistra. Quelli che sanno, prevedono, intravedono, dichiarano e - sovente - sbagliano. Corrado Augias, intellettuale: «Il viaggio di Giorgia Meloni da Donald Trump? Un’ammazzata poco utile». Federico Geremicca, giornalista: «Il no di Meloni a Ursula Von der Leyen l’errore più grave. L’autunno sarà in salita». Michele Serra, al netto della satira di cui parecchi anni fa è stato un protagonista: «Meloni? Essere popolare non è sufficiente». Saltando dal giornalismo alla politica, sempre quella dei bravi e di sinistra. Pier Luigi Bersani: «Meloni fa la piaciona all’estero e la furibonda in Italia». E qui si apre il dibattito. Ovviamente sempre da terrazza compagna. Chissà, forse per non sentirsi da meno rispetto al bersanismo, pure Elly Schlein - attuale leader del Partito democratico- ha voluto regalarci alcune uscite su Giorgia Meloni. Ne abbiamo scelta una. Prima di svelarla, una premessa.

 

  

 

Come non ricordare i presagi, le profezie, i vaticini su come per l’Italia sarebbe andata male nei rapporti con l’Unione Europea dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni politiche del 2022. Ebbene, tutte fregnacce. Di quelle profezie non se n’è avverata una. Anzi, l’Italia del governo Meloni si è rimessa al centro dell’Ue, delle sue strategie geopolitiche e pure del suo potere decisionale. L’Italia ha ottenuto la nomina di Raffaele Fitto a Commissario Ue, spingendo la Von der Leyen verso la realtà di maggioranze variabili a seconda dei provvedimenti, dato che l’egemonia socialista e popolare (e quindi il centrosinistra) è tramontata pure in Europa. Ma torniamo ai fenomeni (di sinistra) della nostra amata Italia. Rispetto al ruolo di Giorgia Meloni in Ue la leader del Pd Schlein ha detto: «Non fa gli interessi dell’Italia». A questo punto verrebbe di finirla qua. Per noia, per stanchezza, per prevedibilità dei guru progressisti nelle loro chiacchiere allo specchio. Ma vale la pena comunque andare avanti. Perciò continuiamo a pescare in questo lago di chiacchiere sbagliate. E prendiamo un altro nome e cognome, Romano Prodi. Ex premier italiano, leader dell’Ulivo, ancora oggi uno dei riferimenti del centrosinistra di questo nostro Paese che non riesce ad uscire, sul fronte progressista, dal catto-comunismo (con il trattino). Che ha detto il professor Prodi? Ne ha dette varie e fra queste ne citiamo una, ovviamente riferita sempre alla Meloni: «Obbedisce a Usa e Ue, per questo la apprezzano. È più insidiosa di Berlusconi». In questa frase ci sono tutti i pregiudizi del centrosinistra. Una dose di antiamericanismo (appartenuto in Italia sia ad una parte del nostro cattolicesimo che al Partito comunista) come se andare d’accordo con gli Stati Uniti - alleati da sempre del nostro Paese, dal secondo dopoguerra in avanti - fosse una dimostrazione di servilismo.

 

 

Meloni, con il suo viaggio lampo da Donald Trump (dopo aver parlato anche con il presidente Usa uscente Joe Biden) per arrivare alla liberazione di Cecilia Sala ha fatto un’operazione politica raffinata, altro che servilismo. Prodi, su questo, ha provato pure a cambiar linea, sbagliando ancora una volta. Ha detto infatti sulla liberazione della Sala che gli è sembrato un evento molto solitario. Errore. Il merito di Giorgia Meloni infatti è indubbio ma lo è anche il peso del nostro governo e del nostro Paese, mai servile bensì alleato schietto degli Usa. Arrivati a questo punto, nella storia della crisi dei guru di sinistra ci potremmo anche fermare. Ma un’ultima chicca, visto che lo stillicidio delle previsioni sbagliate potrebbe andare avanti ancora a lungo, è necessaria. E qui torniamo all’inizio di questo nostro articolo. A Corrado Augias. Tempo fa, sempre sulla Meloni, ha detto: «Biden ha trattato Meloni come un peluche». Peccato che il peluche, oggi, sia diventata la sinistra. Non agisce ma è agita. Dai suoi pregiudizi, dal suo sentirsi migliore senza esserlo. Dalla sua acrimonia e dalla sua irrilevanza. «Osservate, leggete con me». Madamine e madamini, il catalogo progressista è questo. Tutto sbagliato.