Veneto, il ministro Ciriani non ha dubbi: “Nuovo governatore? Tocca a Fratelli d'Italia”
Il nodo del terzo mandato «sarebbe potuto essere affrontato in Parlamento con una proposta di legge, magari da parte della Lega». A dirlo, in una intervista a La Stampa, è il ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, rispondendo a una domanda sull’impugnativa del governo della legge campana votata il 5 novembre scorso che crea i presupposti per la ricandidatura di Vincenzo De Luca. «La Lega qualche mese fa ha preferito muoversi con un blitz in Commissione provando a inserirlo all’interno di un decreto su cui si è poi espresso il Parlamento - aggiunge -, ora è difficile tornare indietro e aggirare la volontà dell’Aula con ricorsi, cavilli vari o altre invenzioni come fa la Campania. Trovo che sia poco serio».
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In Veneto sarà Fratelli d’Italia a scegliere il candidato? «Ci sono dei dati oggettivi. Il centrodestra vince unito. Poi, pur non volendo mostrare atteggiamenti ultimativi, FdI nel Nord-Est è stato di gran lunga il primo partito. Mi pare impossibile pensare che non tocchi a noi indicare il nome», risponde Ciriani. Quanto al pressing di Matteo Salvini per tornare al Viminale, «il rimpasto non è all’ordine del giorno. Per quanto riguarda i sottosegretari invece, prima arrivano e meglio è».
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Rispetto al simbolo di FdI, «già tempo fa ho detto che non è una questione di oggi o domani. La mia riflessione è un’altra. Io ritengo che l’eliminazione della fiamma sia un’evoluzione naturale del nostro mondo in un futuro neanche troppo lontano. Non ce lo imporrà nessuno, ovviamente, ma è una questione che verrà avanti perché il contesto europeo ci spingerà in questa direzione. I tempi devono maturare. Ma quello del simbolo è un aspetto che interessa relativamente perché quanto conta è la politica. Lo dice uno che quella fiamma l’ha difesa, amata, ha pure rischiato, ma a differenza di altri non l’ha mai tradita saltando da un partito all’altro. Quello che ho imparato dai grandi della destra è che bisogna avere radici profonde e sguardo al futuro altrimenti non si fa una politica coraggiosa, si fa - chiosa Ciriani - testimonianza».