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Todde dichiarata decaduta, spese elettorali irregolari. Caos nel campo largo

Giulia Sorrentino
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Si sa che il vento è imprevedibile, che non siamo noi a comandare clima o previsioni meteorologiche. Eppure, questo concetto probabilmente è sfuggito a Pd e Movimento 5 stelle quando Elly Schlein e Giuseppe Conte, dopo la vittoria di Alessandra Todde come Presidente della Regione Sardegna, hanno parlato di «vento che cambia». Si riferivano, e in particolare il volto dei sinistri Elly, al nuovo corso (spoiler, non c’è mai stato) della sinistra come contraltare del Governo Meloni. Ieri la Todde, a circa undici mesi dall'insediamento, è stata dichiarata decaduta dal Collegio regionale di garanzia elettorale della Corte d’Appello di Cagliari. Il motivo? Sarebbero state rilevate delle inadempienze sulle spese tenute durante la campagna elettorale dell’anno scorso, che hanno portato all’emissione di un’ordinanza di ingiunzione indirizzata al Consiglio regionale, che ora deve stabilire una data per la decisione sulla decadenza. La Presidente ha prontamente risposto che «la notifica della corte d’appello è un atto amministrativo che impugnerò nelle sedi opportune. Ho piena fiducia nella magistratura e non essendo un provvedimento definitivo continuerò serenamente a fare il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo».

 

 

 

Sedi opportune solo quando tocca a loro, perché non appena si tratta di un esponente della maggioranza di Governo sono pronti a far partire la ben ordita macchina del fango che lacera in un modo talmente profondo da portare alle dimissioni anche quando non necessarie o immotivate. Un terremoto mediatico e politico è quindi piombato sul fu defunto campo largo, in uno scenario tragicomico che travolge la sinistra, dato che lei potrebbe perdere il posto da consigliera regionale e quindi anche da governatrice, con conseguente scioglimento dell’assemblea elettiva e ritorno alle urne. «La Sardegna ha scelto la nostra Alessandra Todde. È la prima presidente di regione del M5s, la prima donna alla guida della Sardegna. È una giornata indimenticabile» aveva detto il leader dei 5 stelle con il placet dei volti di Avs Bonelli e Fratoianni. Chissà se è indimenticabile anche il 3 gennaio. O una certa politica soffre di memoria selettiva pronta a mettere in atto il fenomeno della compartimentalizzazione delle informazioni?

 

 

 

«Non conosco ancora nel dettaglio la decisione, quindi è presto per formulare giudizi. Sembrerebbero però inadempienze molto gravi nella rendicontazione. Se così fosse, si tratterebbe di dilettanti allo sbaraglio e questa di per sé non sarebbe una novità», ha commentato all'Adnkronos l’ed ex presidente della Regione Ugo Cappellacci, oggi deputato di Forza Italia. Si parla di irregolarità nella rendicontazione: ma allora in questo caso come ci si dovrebbe comportare? Garantismo a chiamata? Quali sono le regole della logica e della morale che andrebbero applicate in casi simili? Io sono una garantista e lo sono anche nel caso della Todde, non devono essere certo colori politici diversi a far cambiare idea. Quello che insegnano casi simili è che il garantismo che non è stato applicato a uomini delle nostre istituzioni come il vicepremier Matteo Salvini, all'ex ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, a Silvio Berlusconi ai tempi, riguarda tutti noi. In un modo o nell'altro saremo tutti, volente o nolente, sotto la lente d’ingrandimento dell'opinione pubblica e della magistratura. Essere forcaioli, come dimostra questo caso, non giova a nessuno.

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