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Sergio Mattarella: la guerra, Cecilia Sala e il Giubileo. Il discorso di fine anno

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Un 2024 quasi alle spalle e un 2025 da accogliere. Con stile asciutto e calibrato, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato alle italiane e agli italiani a canali unificati. Servendosi del discorso di fine anno, che da tradizione arriva poco prima dei festeggiamenti di San Silvestro, il capo dello Stato ha fatto riflettere il Paese sui principi e sui valori grazie ai quali il nostro Stato da sempre costruisce il suo futuro e sulle questioni che lo coinvolgono, oggi più che mai, nei difficili equilibri dello scenario internazionale. "Stiamo vivendo come ogni fine anno ore di attesa per un tempo nuovo che viene e che speriamo migliore. Ore in cui cerchiamo la serenità rinsaldando i nostri rapporti. Nelle nostre comunità, nelle famiglie, nelle amicizie", ha scandito per esordire Mattarella, passando poi a evidenziare come neanche il Natale abbia fermato le brutalità dei conflitti. "Nella notte di Natale si e diffusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni e morta assiderata. Nella stessa notte di Natale feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell’Ucraina per costringere quella popolazione civile al buio e al gelo. Gli innocenti rapiti da Hamas, e tuttora ostaggi, vivono un secondo inizio di anno in condizioni disumane. Queste forme di barbarie non risparmiano neppure il Natale e le festività più sentite. Eppure mai come adesso la pace grida la sua urgenza", ha dichiarato. 

 

 

Una pace che, ha specificato il presidente della Repubblica, "non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità". Parole sono state spese per Cecilia Sala, la reporter italiana arrestata e portata nel carcere di Evin, alle porte di Teheran, per aver "violato le leggi della Repubblica islamica". "Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia. Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità", ha detto il capo dello Stato nel suo decimo discorso di fine anno. 

 

 

 

Non è mancato un riferimento al Giubileo e alla speranza che l'Anno Santo possa aprire la strada alla tregua e al dialogo. "La notte di Natale Papa Francesco -cui invio auguri pieni di riconoscenza- ha aperto il Giubileo, facendo risuonare nel mondo il richiamo alla speranza. Quelle di questa sera sono ore di speranza nel futuro, nell’anno che viene. Tocca a noi saperla tradurre in realtà. Cosa significa concretamente coltivare fiducia in un tempo segnato, oltre che dalle guerre, da squilibri, da conflitti? Vi è bisogno -ha proseguito il Capo dello Stato- di riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme. In questo periodo sembra che il mondo sia sottoposto a una allarmante forza centrifuga, capace di dividere, di allontanare, di radicalizzare le contrapposizioni. Sono lacerate le pubbliche opinioni. Faglie profonde attraversano le nostre società. La realtà che viviamo ci presenta contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza". Per Mattarella, "si intrecciano, quindi, straordinarie potenzialità e punti di debolezza da risolvere. Impegniamoci per una comune speranza che ci conduca con fiducia verso il futuro". 

 

 

Un'attenzione particolare la richiede anche il tema della violenza contro le donne, sempre più diffusa e da arginare. "Siamo stati drammaticamente coinvolti nell’orrore per l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sè stessi. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime", ha ricordato Mattarella. Gratitudine è stata espressa per chi, ogni giorno, mette a rischio la propria esistenza per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini. "La sicurezza rimane una preoccupazione dei cittadini e massimo sostegno deve essere assicurato alle vittime dei reati. Dal Rapporto Censis, sulla base di dati del Ministero dell’Interno, risulta che, dal 2013 al 2024, sono stati raggiunti risultati significativi sul fronte della prevenzione, con una forte riduzione degli omicidi volontari, delle rapine, dei furti nelle abitazioni. Siamo grati alle Forze dell’Ordine, presidio della libertà dei cittadini, per il contributo decisivo che recano alla cornice di sicurezza in cui vive il nostro Paese", ha detto. 

 

 

"Nel 2025 celebreremo gli ottanta anni della Liberazione. È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Una ricorrenza importante. Reca con sè il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia", ha concluso il presidente della Repubblica. Un pensiero sentito anche per Sammy Basso, le cui parole "insegnano a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà". 

 

 

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