Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Ruffini traballa, pronto Gentiloni. 2025, prove di centro anti-Schlein

Mira Brunello
  • a
  • a
  • a

Prima o poi, arriva sempre il momento della verità. Il fischio d’inizio della partita vera, «ora si fa sul serio». Che impone il cartellino rosso per le false partenze, «mi dimetto, ma non mi candido». O per i dibattiti sulle pagine dei quotidiani, «servirebbe una nuova Margherita, ma Elly deve ancora dare il via libera». Con il nuovo anno, è finita la ricreazione: adesso o mai più. Un imperativo che costringe i tanti laboratori intorno al Nazareno a fare sul serio. È il ragionamento che circola tra gli amici di Romano Prodi, il gruppo scelto di "cacciatori", da mesi impegnato a stanare il "federatore". Ovvero colui che dovrà mettere la faccia sulla nuova creatura: un cattolico, moderato, ancorato ai valori del "bene comune", in grado di fare la stampella centrista ad un’alleanza completamente spostata a sinistra. L’identikit perfetto per l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, quell’Ernesto Maria Ruffini, che deve rimettersi in carreggiata dopo la "sbandata" dicembrina.

 

 

Al momento, gli altri possibili candidati (soprattutto Giuseppe Sala), sembrano usciti di scena. Tutti tranne uno: se l’operazione costruita per il tributarista dovesse fallire, l’ultima carta per mettere in piedi comunque un cespuglio centrista, porta di diritto a Paolo Gentiloni. L’ex commissario europeo che guarda con benevolenza all’idea di rinverdire la Margherita, la formazione politica che fu sciolta con la nascita del Pd. Una sorta di "reunion" che coinvolgerebbe anche quello che allora fu, da Presidente della Provincia di Firenze, il più giovane prodotto del vivaio di Francesco Rutelli. Il fu "rottamatore", che di fatto ha dato il benservito al primo cittadino di Milano, ora spera di essere accolto nel cerchio dei sostenitori di Ernesto Maria Ruffini.

 

 

A tutt’altro centro invece pensa il deputato ex Italia Viva Luigi Marattin. A gennaio dovrebbe partire la costituente del nuovo partito liberale, a cui sta lavorando insieme ad Andrea Marcucci, Alessandro Tommasi, Alessandro De Nicola ed Oscar Giannino. L’obiettivo è quello di mettere in campo una formazione centrista, con tanto di congresso fondativo entro l’autunno del 2025. «Lontano dal centrosinistra e dal centrodestra, ma aperto al dialogo con tutti», promettono Marattin e Marcucci, per distinguersi dai "cugini" moderati che hanno messo le tende nel campo largo. A loro potrebbe aggiungersi la deputata milanese Giulia Pastorella, che sfiderà Carlo Calenda alle primarie di Azione. Insomma tutti vogliono andare al Centro, quanti ci arriveranno?

Dai blog