il conto da pagare
Superbonus a 5 Stelle, operazione verità di FdI sul macigno da 38 miliardi
Le opposizioni, a cominciare dal Movimento 5 stelle, continuano a lamentarsi per una legge di Bilancio, a loro dire, piena di mancette e di tagli, ma ecco puntuale, ed articolata, la risposta della maggioranza. A farlo è il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan, che in un post su X sottolinea: «Si fa presto a dire 38 miliardi, cioè il costo del superbonus per il 2025. Ma cosa si potrebbe fare con quella cifra? Ecco una ipotesi: 100 euro al mese in più a famiglia per tutti i figli sotto i 18 anni, 100 euro al mese per tutti i pensionati oggi sotto i mille euro mensili, 100 euro al mese in più per tutti i dipendenti pubblici e per la metà meno pagata dei dipendenti privati e, infine, altri 8 miliardi in più per la sanità (oltre agli 8 miliardi in più rispetto al passato effettivamente stanziati). Normale che a sinistra si infastidiscano se spieghi queste cose». Un affondo ben circostanziato indirizzato alla minoranza, in particolare a quel M5s che della misura del superbonus ha fatto una bandiera, un cavallo di battaglia, a danno purtroppo dei conti pubblici e dei portafogli degli italiani. Sono state così letteralmente dilapidate risorse preziose che avrebbero potuto essere destinate, con la manovra economico-finanziaria per il 2025, a settori nevralgici.
Il centrodestra, dal canto suo, va avanti, in maniera compatta, nel sottolineare come la legge di Bilancio approvata due sere fa, in prima lettura, dall’Aula della Camera, si caratterizzi per la centralità della difesa della natalità e della famiglia, oltre che per il sostegno ai redditi bassi, ai lavoratori ed alle aziende.
Nel testo «uno dei punti chiave portato avanti da Forza Italia è stato la riduzione del cuneo fiscale ulteriore, che adesso è diventata strutturale, e poi la possibilità di defiscalizzare, di favorire le imprese, gli imprenditori che investono nella propria azienda - ha osservato il deputato di FI e relatore di maggioranza, a Montecitorio, sul provvedimento, Mauro D’Attis, ospite a Super partes’ su Canale 5 - Ovviamente questo è favorito dal fatto che gli abbassi le tasse. Se abbassi le tasse l'imprenditore magari investe nell'azienda e, quindi, molto probabilmente produce posti di lavoro». E andando a spulciare tra le norme ce n’è una, secondo quanto anticipato dall’agenzia Ansa, relativa alla revisione della spesa per enti, società, organismi e fondazioni che ricevano contributi pubblici definiti «di entità significativa», concetto quest’ultimo che sarà precisato in un decreto del presidente del Consiglio.
Spetterà, infatti, agli organismi interni di tali soggetti esercitare un’attività di controllo per trasmettere successivamente una relazione annuale al ministero dell’Economia e delle Finanze. Questi soggetti, si legge, «a decorrere dall’anno 2025 non possono effettuare spese per l’acquisto di beni e servizi per un importo superiore al valore medio sostenuto per le medesime finalità negli esercizi 2021, 2022 e 2023. Per le fondazioni lirico-sinfoniche e i teatri di tradizione, gli esercizi finanziari di riferimento sono gli anni 2022 e 2023», escluso quindi il periodo del Covid. Domani, intanto, si aprirà ufficialmente la sessione di bilancio al Senato, la cui Assemblea è stata convocata alle 11 per le tradizionali comunicazioni del presidente sul contenuto appunto del disegno di legge di bilancio.
Alle 11,45 sempre di domani si avvierà l’esame del provvedimento nella commissione Bilancio di palazzo Madama con la relazione del senatore Guido Liris, di Fratelli d’Italia, nonché relatore del testo. Il via libera definitivo alle misure, da parte dell’emiciclo del Senato, sarà subito dopo Natale, presumibilmente sabato prossimo 28 dicembre, prima dunque del 31 dicembre, in modo da scongiurare lo spettro dell’esercizio provvisorio di bilancio.