l'intervista
Open Arms, Molteni: "È la dimostrazione che i clandestini si possono bloccare"
«Ho difeso il mio Paese, vincono la Lega e l'Italia»: queste le prime parole del vicepremier Matteo Salvini dopo la piena assoluzione nel processo Open Arms. Abbiamo commentato la sentenza e i futuri sviluppi con il sottosegretario al Mit Nicola Molteni.
Assolto perché il fatto non sussiste. Come ha detto l’avvocato Bongiorno non ci sono ma ci si poteva augurare di meglio?
«Netta, chiara, precisa, senza dubbio fraintendimenti. È la giusta conclusione di 14 mesi che Matteo Salvini ha vissuto al Ministero dell’interno con impegno, fermezza, grande coraggio facendo quello che il popolo gli aveva chiesto, bloccare l'immigrazione clandestina. Dicevano che era impossibile ma lui, nel rispetto delle leggi interne e delle convenzioni internazionali lo ha fatto, dando dignità all'Italia e a un intero popolo. Questa sentenza è una vittoria per l'Italia, perché il processo contro di lui era un processo a tutto il Paese».
Si può ora tendere una mano all’ala sana della magistratura?
«Riconosco da sempre l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, valori e principi costituzionali, tanto quanto deve essere riconosciuta l'indipendenza della politica, ovvero la rappresentazione della volontà popolare. Salvini contrastando l'immigrazione clandestina ha fatto quello che gli chiedevano gli italiani e lo ha fatto con grande successo. Quando lui ha lasciato il ministero dell'Interno il 5 settembre del 2019 gli sbarchi in Italia erano meno di 5000. Un dato storico, bloccando gli sbarchi, azzerando le partenze e le morti in mare. Lo ha sempre fatto con coraggio razionalità. Oggi questo finalmente gli viene riconosciuto».
Oltre a Conte che ha fatto orecchie da mercante, prima spalleggiando la decisione e poi rinnegandola, chi altro lo ha tradito davvero?
«Tutti quelli che, con un processo politico, lo hanno contrastato senza usare lo strumento democratico del voto ma mandandolo alla sbarra.
Una gogna mediatica durata 3 anni. Cosa ha fatto più male?
«Il dolore umano. 3 anni di processo, 24 udienze. L'uomo viene prima del leader politico. Salvini ha sempre dimostrato un coraggio incredibile, coerenza rispetto alla sua azione politica e la sentenza lo ripaga di tante ingiustizie dette».
Oggi Salvini è ancora di più il vostro leader?
«Era, è, e sarà sempre il leader indiscusso della Lega. Ha salvato la Lega nel 2013, dandole una visione nazionale e portandola più volte al governo».
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Che giorno è quello della vittoria? L’anno zero della Lega?
«Un giorno fondamentale per lui e per l'Italia. Ha difeso la patria e la sovranità del paese: Salvini ha avuto il coraggio di metterci la faccia».
Avrete ancora più forza nella coalizione?
«Il Governo è unito e compatto, dureremo fino alla fine e sull'immigrazione stiamo facendo tanto e bene. La linea tracciata deve essere proseguita e difesa. L'esito della sentenza rafforza non solo la Lega, che è sempre più vicino al proprio leader, ma anche il Governo. Il centrodestra sa essere unito e insieme siamo un grande patrimonio nazionale».
Si può racchiudere questa vittoria nella parola patriottismo?
«Sì. Perfettamente calzante».